“A tutto campo”: il messaggio dell’Arcivescovo per la Festa di apertura degli oratori

“A tutto campo”: il messaggio dell’Arcivescovo per la Festa di apertura degli oratori

«Valorizziamo ogni aspetto della vita dei ragazzi come ambito di evangelizzazione, riconoscendo e custodendo tutto il bene che c’è»

Carissimi,

con l’ormai tradizionale Festa di apertura degli oratori, riprendono in tutte le comunità della diocesi le attività educative ordinarie. Ho potuto sperimentare di persona come gli oratori non chiudano mai. L’oratorio estivo e le vacanze comunitarie ne intensificano l’esperienza educativa.

La scelta educativa dei nostri oratori per il nuovo anno pastorale «A tutto campo» si innesta nella proposta diocesana denominata «Il campo è il mondo: vie da percorrere incontro all’umano». In questo inizio di millennio la nostra Chiesa è chiamata a documentare il fascino della sequela di Cristo abitando il mondo e la storia attraverso l’incontro ed il dialogo sincero e appassionato con tutti. I cristiani, come tutti gli uomini, sono immersi nell’umano, sia a livello personale, sia a livello sociale. A partire dall’umanità di Gesù, essi incontrano la Sua divinità. In Lui e attraverso Lui è possibile riconoscere che tanto più l’uomo si abbandona a Dio tanto più si scopre pienamente uomo.

Vogliamo, quindi, mostrare che Cristo «svela anche pienamente l’uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione» (Gaudium et spes 22). Si tratta dunque di documentare la qualità fortemente umanizzante del Vangelo. Gesù Cristo è sorgente dell’umanesimo.

L’oratorio, per la sua stessa natura, si propone come luogo privilegiato per apprendere e vivere tutto ciò. In particolare vorrei indicare due piste di riflessione a partire dalla parabola evangelica del buon grano e della zizzania.

La prima pista da seguire è quella di valorizzare ogni aspetto della vita dei ragazzi come ambito di evangelizzazione: negli affetti e nello studio, attraverso il tempo libero e l’appartenenza alla comunità cristiana e alla società civile. Il campo della nostra vita è il mondo e niente di meno che il mondo. Del resto la fede se è autentica non può mai essere separata dalla vita. In tal senso il compito principale degli educatori – dai sacerdoti alle religiose, ai genitori, ai catechisti, agli insegnanti, agli accompagnatori sportivi e agli animatori – sarà quello di tener sempre presente, in tutta la sua interezza, la persona del ragazzo e del giovane.

Un secondo suggerimento per questo anno pastorale è quello di riconoscere, custodire e valorizzare il buon grano, ovvero tutto il bene che c’è nella vita dei nostri ragazzi. Non si tratta di ingenuo ottimismo, ma di realismo cristiano. Non è da tutti saper cogliere il tanto bene che c’è nel mondo e negli altri. Tale atteggiamento è decisivo soprattutto per quanti sono chiamati alla responsabilità educativa.

L’anno pastorale che inizia sarà poi carico di momenti significativi per i nostri oratori, con particolare riferimento alla Peregrinatio dell’urna di don Bosco e al centenario della Fom.

Chiedo infine a tutti gli oratori uno sforzo di riflessione sul tema della “Comunità educante” secondo le indicazioni e gli appuntamenti che verranno segnalati, in particolare nell’ambito della Settimana dell’educazione.

Su tutti coloro che vivono a diverso titolo nei nostri oratori invoco di cuore la benedizione della Trinità affinché il Signore porti a compimento in ciascuno l’opera buona che ha cominciato.