La Cresima dei nostri ragazzi

La Cresima dei nostri ragazzi ricorda ai cristiani adulti il dono ricevuto e l’impegno che ne consegue

Il fatto che questa Domenica vengano cresimati 100 ragazzi della nostra parrocchia è l’occasione per richiamare a tutti noi il valore del sacramento della Cresima (o Confermazione) che a suo tempo abbiamo ricevuto e che forse non
teniamo sempre presente nel nostro cammino di credenti.

Il Catechismo degli Adulti (pubblicato dai Vescovi italiani) a p. 324 così si esprime: “Nei primi secoli della vita della Chiesa, si è diffusa ovunque la pratica di aggiungere dopo il battesimo i riti dell’imposizione delle mani e dell’unzione crismale [cioè con l’olio consacrato dal Vescovo e chiamato ‘crisma] sulla fronte, accompagnati dalla preghiera per avere un dono più abbondante di Spirito Santo. Questi riti significano anche il pieno inserimento nella chiesa e nella sua missione, e perciò, specialmente in occidente, venivano riservati al Vescovo…Oggi, a motivo della vastità delle diocesi sempre più spesso vengono delegati alcuni preti per aiutare il vescovo in questa celebrazione”.

Ciò che comunque va tenuto presente in partenza è lo stretto legame di questo sacramento con il Battesimo, di cui costituisce, per così dire, il “prolungamento”. Nelle chiese orientali, ad esempio, ancora oggi viene amministrato subito dopo il Battesimo anche quando questo è celebrato per i neonati. IL ministro che conferisce la Cresima a nome del Vescovo, durante la celebrazione della Messa, dopo l’ascolto della Parola e l’omelia, stende le mani verso i candidati e i loro padrini
invocando un’abbondante effusione dello Spirito Santo, poi ‘segna’ ciascuno sulla fronte ungendola in forma di croce. Così si esprime la partecipazione alla consacrazione messianica di Gesù e il dono dello Spirito che abilita ad essere testimoni del vangelo. Nella formula che viene pronunciata: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono”, viene indicato il rafforzamento del battesimo e l’appartenenza incancellabile a Cristo, il “sigillo”, ad opera dello Spirito. L’introduzione
che commenta il rito della Confermazione dice chiaramente che “Questo dono dello Spirito Santo rende i fedeli conformi in modo più perfetto a Cristo e comunica loro la forza di rendere a lui testimonianza, per l’edificazione del suo corpo (la Chiesa) nellafede e nella carità”. Con la comunicazione dell’abbondanza dei doni dello Spirito (i “sette doni”), nel cristiano “confermato” si consolida l’incorporazione battesimale a Cristo e alla Chiesa e la capacità di svolgere la missione, di “diffondere e difendere la fede con la parola e con l’azione”. La Cresima ci abilita quindi a vivere come veri
discepoli di Cristo e testimoni non paurosi della fede in lui, unico Signore della nostra vita e della storia.

Poiché, come dice S. Paolo ai Corinzi: «a ciascun membro della Chiesa (nessuno escluso) è donata una manifestazione
particolare dello Spirito per l’utilità comune», ogni cristiano “confermato” – cioè completo e adulto nella fede – è chiamato a dare il – proprio contributo attivo all’edificazione della comunità cristiana, perché essa possa diventare sempre meglio “segno visibile ed efficace” della presenza di Cristo e del suo amore verso ogni uomo. Sempre S. Paolo agli Efesini scrive: vivendo secondo la verità nella carità, cerchiamo di crescere in ogni cosa verso di lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto il corpo, ben coordinato e connesso, mediante la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro, riceve forza per crescere in modo da edificare se stesso nella carità. Nella nostra società contemporanea, dove ormai la fede consapevole
e convinta è un fatto minoritario, il cristiano è chiamato a testimoniare senza paura – con forza e dolcezza al medesimo tempo – la sua fede in Cristo e ad annunciare, con la vita e con la parola, la libertà e la vita nuova che scaturiscono dall’incontro con il Signore risorto, riconosciuto come propria “via, verità e vita”. I nostri ragazzi potranno consolidare in se stessi la consapevolezza e (diciamo pure) la fierezza di questo dono e di questo compito se lo potranno scorgere e riconoscere esercitato da noi cristiani adulti.

Don Elio Burlon