Un nuovo umanesimo

Compresso tra il Sinodo sulla famiglia e il drammatico terrore degli attentati a Parigi, si è svolto a Firenze dal 9 al 13 novembre il V Convengo Ecclesiale Nazionale dal titolo “In Gesù Cristo: il nuovo umanesimo”. Lo tsunami del dolore che si è abbattuto sull’Europa a seguito dei fatti di Parigi, non ha permesso che venisse dato risalto al confronto che si è svolto nella città dell’arte per eccellenza; ma tre giorni prima che l’onda del terrore devastasse la pace delle nostre vite Papa Francesco ha pronunciato un intenso discorso nella cattedrale di Santa Maria del Fiore che non può cadere nel dimenticatoio.

 

Quali devono essere i tratti di questo nuovo umanesimo in Cristo Gesù che siamo chiamati a vivere? Umiltà, disinteresse e beatitudine, ecco i tre sentimenti di Gesù che Papa Francesco indica per delineare il volto del nuovo umanesimo.  Parole che troppo spesso risultano lontane dal nostro vissuto o talmente difficili ed impegnative che non ci si sforza di tenerle come punti cardinali per il cammino.

 

Proviamo a domandarci quante volte abbiamo ascoltato qualcuno accusare la Chiesa di essersi persa, di aver snaturato la sua funzione di retta guida che accompagna e corregge il pellegrinare dell’uomo. A me, per esempio, è successo una di queste sere di benedizioni alle famiglie. Come dice il Papa “Se la Chiesa non assume i sentimenti di Gesù, si disorienta, perde il senso.”; tocca a ciascuno di noi impegnarsi ogni giorno e orientare le proprie scelte perché siano testimoniati ed incarnati i sentimenti di Gesù.

 

Le tentazioni sono sempre vicine e portano a distanziare la Chiesa da chi l’ha istituita: “la fiducia assoluta nelle strutture, nelle organizzazioni, nelle pianificazioni perfette perché astratte” con il conseguente “stile di controllo, di durezza, di normatività” oppure “il confidare nel ragionamento logico e chiaro” che “perde la tenerezza della carne del fratello”. Non esiste umanesimo cristiano se si è distanti dalla gente, indaffarati nel fare al punto tale da non accorgersi del prossimo.

 

Ascoltando le parole di Papa Francesco si comprendono meglio le cinque vie verso l’umanità nuova proposte in preparazione al Convegno: uscire, annunciare, abitare, educare e trasfigurare; ma potremmo aggiungere: incontrare, dialogare, sostenere, costruire. Proprio su questo ultimo verbo il Papa ci ricorda che non basta costruire, ma occorre “costruire insieme […] non da soli, tra cattolici, ma insieme a tutti coloro che hanno buona volontà”. Un messaggio forte e chiaro che ci chiama a non alzare muri, a non chiudere porte, a non curare soltanto il nostro piccolo e ordinato giardino.

 

Sono le parole pronunciate dal Sommo Pontefice a Firenze che vorrei dedicare alla parrocchiana delusa dalla Chiesa e che si augura un futuro fondato sulla laicità; queste stesse parole dovrebbero essere  ascoltate con attenzione da ogni fedele per vivere in pienezza i sentimenti di Cristo, per vivere un nuovo umanesimo nel quale l’uomo ritrova il senso di essere uomo.

 

don Pietro