“Detto, fatto”, chissà quante volte hai usato questa espressione per indicare una cosa semplice e veloce da fare, quasi che il tempo per raccontarla fosse maggiore di quello richiesto per realizzarla.
Bene, questa stessa espressione è stata scelta come motto per l’oratorio estivo di questo anno. Il passo della Sacra Scrittura a cui fa riferimento sono i giorni della creazione nei quali Dio ha realizzato ogni cosa. Bellissimo tema e pieno di possibili riflessioni da fare con i ragazzi in queste settimane estive, che si fanno sempre più vicine.
La verità è che un oratorio estivo è tutto tranne che “Detto, fatto!”, dietro quelle settimane piene di colore, musica e giochi, c’è tanto lavoro e moltissime persone coinvolte. La prima categoria che mi viene in mente sono gli animatori, di solito ragazzi delle superiori, che si occupano di seguire i più piccoli facendoli giocare e divertire a più non posso; poi ci sono i tanti volontari adulti che svolgono le mansioni più disparate: c’è il bar da gestire, ci sono gli spazi da pulire, c’è la segreteria da seguire con i suoi mille elenchi, ci sono le gite da organizzare, i piatti da servire e -a volte- anche da cucinare. Insomma dietro quei giorni che appaiono sempre felici e, che per uno sguardo distratto, possono far credere che la crisi degli oratori sia lasciata alle spalle, c’è una mole di lavoro mastodontico e che inizia ben prima che la temperatura segnata dal termometro superi i 20 gradi.
A volte ho l’impressione che le persone -non tutte, sia chiaro- si approcciano alla proposta estiva dei nostri oratori secondo la logica del #dettofatto, ok c’è lo sbattimento di dover impazzire il primo giorno delle iscrizioni per non farsi portar via il posto a pranzo, magari non tutte le gite ci aggradano, in alcuni casi ci sono anche degli spiacevoli episodi che coinvolgono i propri figli; ma in fondo si può tirar un gran sospiro sapendo che il proprio figlio non sarà a casa da solo a buttar via giornate intere una volta che la scuola è finita. Questa è una tentazione che bisogna combattere, non si può dare per scontato che anche quest’anno, come ogni anno, ci sarà la macchina Oratorio Estivo ad offrire il servizio migliore al costo minore. Dobbiamo ricordare che dietro ad ogni risposta positiva o negativa circa le varie iniziative in programma c’è un duro impegno da parte di un grande numero di persone per offrire ai più piccoli un tempo di crescita educativo e di fede, NON facciamo e NON vogliamo essere un centro estivo. La logica che sostiene un oratorio estivo non è quella di rispondere a un bisogno, di offrire un servizio, per quello ci sono le proposte del Comune o di associazioni sportive. Cerchiamo di ricordarcelo mentre compiliamo la scheda d’iscrizione dell’oratorio vicino casa; anche se c’è il rischio di rimanere delusi da alcune attività, pensiamo a quante cose vengono fatte, a quanti volontari sono coinvolti e quanti bambini avranno da seguire.
Qui non si offrono soluzioni per i problemi di tutti, ma si cerca di fare le cose con passione, col desiderio di ricordare a tutti che al centro ci deve essere Gesù: nelle parole che diciamo e nello stile che proponiamo. Qui si vuole valorizzare il poco che ognuno può offrire per fare molto assieme. Qui si desidera educare più che animare, rispettare più che vincere, sostenere più che sorprendere.
Quando passeremo davanti all’ingresso dell’oratorio e vedremo sventolare la bandiera col motto “Detto, fatto” o sentiremo sparato a tutto volume l’inno ballato da tutti i bambini, ricordiamoci che dietro quelle due parole c’è qualcosa di assolutamente lontano dall’essere #dettofatto.
don Pietro