Padre Giovanni Cazzaniga, da Desio a Roma
SULLE ORME DEL BEATO LUIGI MONTI
Aveva novant’anni compiuti, dunque un rilevante pezzo di storia per la sua famiglia e per la comunità ecclesiale: padre Giovanni Cazzaniga è morto a Roma lo scorso 6 maggio, dove era arrivato adolescente per seguire le orme del Beato Luigi Monti. Nato nel 1928 a Desio (Monza Brianza) da Giuseppe e da Virginia Galbiati, ha sempre portato con sé memorie ed affetti della terra nativa, benché fosse ormai romano di adozione. Nella cittadina brianzola aveva fratelli, sorelle e nipoti ben inseriti
nella vita locale.
A Desio – città natale di Achille Ratti, che nel 1922 divenne papa Pio XI – nel 1925 fu chiamata una comunità di religiosi montiani ad assistere, proprio nella casa del Papa, una cinquantina di bambini orfani. L’opera proseguì fino al 1948. Questa presenza religiosa è certamente legata alla decisione di Giovanni di entrare nella Congregazione. Egli stesso, dopo la morte del papà, fu accolto nella casa degli orfani. Il legame di amicizia tra il Papa di Desio e i Frati di Padre Monti era molto vivo. Il cardinal Ratti, arcivescovo di Milano, la sera prima del Conclave che lo elesse aveva cenato a Trastevere presso di loro e per il pranzo di incoronazione mandò a prendere il
buon vino gustato alla loro mensa. Ma c’era un altro interessante precedente storico: nel 1851, nel carcere di Desio il giovane Luigi Monti e altri sedici compagni furono rinchiusi per due mesi e mezzo a seguito di ingiuste denunce da parte di alcuni sacerdoti e dell’ostilità da parte della polizia austriaca verso gruppi considerati società segrete con finalità sovversive.
A tale eredità padre Cazzaniga era particolarmente legato anche per ragioni, potremmo dire, di campanile: il Beato Monti era nato a Bovisio Masciago, paese a un tiro di schioppo dal suo, quindi con tradizioni e dialetto comuni. Nel ruolo di postulatore della Causa di beatificazione, concluderà il lungo percorso canonico per portare sugli altari la figura del religioso ambrosiano, unico fondatore milanese di una comunità di vita consacrata maschile nell’Ottocento. Quel 9 novembre 2003, fu per lui uno dei giorni più importanti della sua vita: era là, in piazza san Pietro, davanti a papa Giovanni Paolo II, a presentare “un povero uomo illetterato” perché fosse beatificato.
Giunto nella capitale, Giannino – così lo chiamavano in famiglia – aveva ben presto ammirato l’esemplare vita del Servo di Dio fratel Emanuele Stablum, del quale pure diverrà postulatore della causa di beatificazione. Da testimone oculare, il giovane di Desio conservò gelosamente la memoria di vicende complesse, come l’occupazione di Roma da parte dei Nazisti, le ultime fasi della guerra e le lotte di liberazione. Fu colpito, in particolare, dalla generosa opera del dott. Stablum a favore di decine di ebrei, di perseguitati politici e di rifugiati. Racconterà tali fatti in una dettagliata relazione al Meeting di Rimini nel 2002.
Queste circostanze storiche e di attualità lo mettono a stretto contatto con forme originali di santità. Nella sua prima domanda di consacrazione, a diciott’anni, scrive di essersi “accertato della sincerità della mia vocazione” nella Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione “alla quale mi credo da Dio veramente chiamato”. Il Maestro dei Novizi riconosceva in lui “fermo proposito di perseveranza e di bene”, unito a “spirito di intelligente iniziativa”. Precisava poi che egli “sa di dover ancora molto lavorare per rendersi più benevolo nei suoi giudizi e più prudente”: nel pieno dell’età giovanile non poteva che essere così. La giovinezza lo aveva visto impegnato per gli studi teologici in vista del sacerdozio (1959) e per conseguire la laurea in lettere antiche. In quegli anni subirà un grave incidente sulla strada statale Aurelia, a seguito del quale dovrà imporsi un periodo di cure e riabilitazione. Tra gli anni cinquanta e sessanta si occupa anche della formazione dei giovani religiosi, manifestando attenta sensibilità per la loro preparazione culturale e professionale.
Nel 1969 la sua vita è segnata da un altro determinante avvenimento: il Capitolo lo elegge al ruolo di superiore generale, che svolgerà fino al 1980. Sono gli anni seguenti al Concilio Vaticano II, tumultuosi di novità, da una parte, e fecondi di innovazione dall’altra. Padre Cazzaniga offre un equilibrato apporto a quest’azione di rinnovamento. Il suo orizzonte di esperienze è certamente limitato alla vita romana – dove peraltro la Congregazione era nata e si era ben impiantata – tuttavia egli ha uno sguardo che sa andare oltre: apre così nuove comunità in Camerun e in India, mettendo il carisma montiano in contatto con altre culture.
Negli ultimi decenni, fino a pochi mesi fa, l’attività di postulatore è stata integrata da una passione pastorale che sarà per padre Giovanni come una seconda chiamata, orientata a più frequenti rapporti con il vissuto della gente. Dapprima sarà disponibile alla collaborazione nel quartiere di Trastevere e poi soprattutto nel quartiere periferico di Boccea, dove la sua comunità religiosa aveva avviato dal nulla l’Istituto Dermopatico dell’Immacolata, importante polo sanitario, e aveva preso in carico la pastorale della chiesa di san Leone, per lungo tempo unica struttura di culto della zona.
Un Leitmotiv caratterizza l’opera del religioso brianzolo: l’amore intelligente per approfondire il carisma del fondatore Luigi Monti di Bovisio, con l’intento di mettere in luce sia la spiritualità mariana dell’Immacolata sia la cura dei malati e l’assistenza degli orfani, missione da compiere con competenza e dedizione. A questo fine egli ebbe a cuore la dimensione spirituale, attraverso solide letture e frequentando corsi dedicati. Una figura da ricordare, perché padre Cazzaniga costituisce un ponte tra il secolo lungo – l’Ottocento, secolo del Monti – e il nostro Novecento, il cosiddetto secolo breve, che ci ha immessi ben presto nel Terzo Millennio cristiano contraddistinto da un cambiamento epocale da fecondare con sapienza antica e nuova.
Bovisio Masciago, 8 maggio 2019 Ruggero Valentini
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.