Con questa frase Papa Francesco ha intitolato uno dei suoi ultimi libri intervista, una frase che sentiamo spesso ripetere, ma sulla quale, forse, non riflettiamo abbastanza…
La prima domenica dopo Pasqua, detta anche “domenica in Albis”, sarà la festa della Divina Misericordia, una festa istituita per tutta la Chiesa Cattolica nell’Aprile 2000 da Giovanni Paolo II, in occasione della canonizzazione di suor Faustina Kowalska.
È a questa suora polacca che Gesù stesso, nel febbraio 1931, e per quattordici volte negli anni successivi, chiese di far conoscere a tutto il mondo la sua “inconcepibile Misericordia”, e di volere che fosse istituita una festa della Misericordia la prima domenica dopo Pasqua:
“Figlia Mia, parla a tutto il mondo della Mia inconcepibile Misericordia. Desidero che la festa della Misericordia sia di riparo e rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori. In quel giorno sono aperte le viscere della Mia Misericordia, riverserò tutto un mare di grazie sulle anime che si avvicinano alla sorgente della Mia Misericordia. L’anima che si accosta alla Confessione ed all’Eucaristia, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene. Che nessuna anima tema ad avvicinarsi a Me, anche se i suoi peccati fossero come porpora. Questa causa è Mia ed è scaturita dal seno della Santissima Trinità, che attraverso il Verbo vi fa conoscere l’abisso della Divina Misericordia. Desidero che questa Festa venga celebrata solennemente la prima Domenica dopo la Pasqua.”
(Diario di Santa Faustina, Quaderno 2)
Gesù spiegò così la ragione per cui chiese l’istituzione della festa:
“Le anime periscono, nonostante la Mia dolorosa Passione [..]. Se non adoreranno la Mia misericordia, periranno per sempre”
È dunque ancora l’amore incomprensibile di Dio, che lo spinge a donarci ogni possibilità, perchè nessuna anima possa perdersi… Ha mandato suo figlio nel mondo ed ha permesso che morisse appeso ad una croce per pagare i nostri peccati, per poi risuscitare dopo tre giorni riaprendoci la via al Paradiso, affinché potessimo credere nel suo Amore per noi, perché potessimo riconoscerlo come il Padre Nostro e cosi affidargli la nostra vita lasciandoci salvare… Ma nonostante questo, l’uomo continua a non fidarsi, non si abbandona a Lui, non crede, allontanandosi dalla fonte dell’Amore, perdendosi…
Gesù ha chiesto espressamente che la festa della Divina Misericordia venisse celebrata la prima domenica dopo Pasqua per sottolineare lo stretto legame che esiste tra il mistero pasquale della Salvezza e la Misericordia, essa è immersa e fondamento del mistero della redenzione. Suor Faustina nel suo diario scrive:
“La sera, stando nella mia cella, vidi il Signore Gesù vestito di una veste bianca: una mano alzata per benedire, mentre l’altra toccava sul petto la veste, che ivi leggermente scostata lasciava uscire due grandi raggi, rosso l’uno e l’altro pallido.[….] Dopo un istante, Gesù mi disse: Dipingi un’immagine secondo il modello che vedi, con sotto scritto: Gesù, confido in Te. Desidero che questa immagine venga venerata prima nella vostra cappella, e poi nel mondo intero”.
Gesù ci chiede di venerare questa sua immagine perché impariamo a “confidare” in Lui. Da quelle piaghe, aperte nel suo costato dalla lancia sulla croce, scaturiscono i raggi rosso, simbolo del sangue della vita e quello pallido simbolo dell’acqua che giustifica le anime: la sua MISERICORDIA, il volto più vero di Dio.
Come Tommaso allora lasciamo che Gesù risorto ci venga incontro mostrandoci le sue piaghe e come lui diciamo: Mio Signore e mio Dio, Gesù confido in te!
Fabrizio Zo
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