La domanda di Filippo, nell’ultima cena “Signore mostraci il Padre e ci basta”, è una richiesta da una parte comprensibile e dall’altra è segno che gli Apostoli non avevano ancora capito chi fosse Gesù.
Gesù parla del Padre, a 12 anni, dicendo: “non sapevate che devo occuparmi delle cose del Padre?”.
Poi nella sua predicazione: “le parole che dico non sono mie, ma del Padre” e “sono venuto per fare la volontà del Padre”.
Chi è dunque questo Padre di cui così spesso parla?
La richiesta di Filippo è anche l’espressione del desiderio di ogni uomo di poter vedere Dio, di parlare con lui.
Ma questa domanda rivela anche che gli Apostoli non avevano ancora capito che Gesù è la rivelazione del Padre: la sua parola, i suoi gesti, i suoi miracoli sono tutte occasioni che rivelano il Padre, il suo amore, il suo perdono. E il culmine dalla rivelazione dell’amore del Padre per l’uomo è Gesù sulla Croce, che la trasforma da strumento di tortura, in segno di salvezza.
Oggi il compito di rivelare il Padre, Gesù risorto lo affida alla sua Chiesa, che deve essere annuncio e segno dell’amore del Padre.
Ricordiamoci, però, che la Chiesa siamo tutti noi, non solo i vescovi, i sacerdoti e i religiosi. Tocca a ciascuno di noi portare il Vangelo al mondo, parlare di Gesù, continuare l’opera di rivelazione del Padre con una testimonianza coraggiosa e con una vita dedicata al servizio, alla donazione e al perdono.
don Alberto