Il Rosario nel mese di maggio rimane nella memoria di molti, non necessariamente dei più anziani. Quell’uscita serale appartiene ai ricordi di tanta gente e di tante comunità. La pandemia (e un po’ di disaffezione religiosa?) costringe a ridurre anche questa proposta.
A ravvivarla ci pensa papa Francesco con la richiesta di valorizzare i santuari mariani sparsi nel mondo in una sorta di “maratona” affinché «tutta la Chiesa possa invocare l’intercessione della Beata Vergine Maria per la fine della pandemia».
Per ogni giorno del mese un santuario è incaricato di organizzare vari momenti di preghiera, culminanti nella recita del Rosario. A ogni giornata poi è affidata un’intenzione particolare.
Per esempio domenica 9 maggio è di turno il santuario di Loreto, in Italia, con l’invito a pregare per gli anziani. Così sono coinvolti luoghi famosi come Lourdes, Fatima, Pompei, ma anche Aparecida in Brasile o Luján in Argentina o altri santuari nazionali in Giappone, Algeria, Belgio ecc. E tra le intenzioni troviamo: per gli scienziati e gli istituti di ricerca medica; per le persone sole e coloro che hanno perso la speranza; per le vittime della violenza e della tratta umana. E, nell’ultimo giorno: «per la fine della pandemia e la ripresa della vita sociale e lavorativa».
La preghiera supera i limiti del tempo e dello spazio: si può pregare sempre e dappertutto. E Maria nel Rosario ci fa conoscere Gesù, la sua vita, i suoi doni. In comunione con il Santo Padre, aderiamo a questa invocazione universale: una preghiera fatta da tutti a favore di tutti.
don Gianni
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