Pentecoste

La liturgia di oggi nel Salmo responsoriale recita “del tuo Spirito, Signore, è piena la terra”. La Pentecoste, il fatto avvenuto 50 giorni dopo la Pasqua e narrato nella prima lettura, ci fa constatare questa presenza, il dono che è lo Spirito e di come opera nella nostra vita. È nella presenza dello Spirito che si fonda la speranza della Chiesa: lo Spirito è l’anima della vita della Chiesa. Senza lo Spirito la Parola, i Sacramenti, sarebbero riti e gesti senza vita.
Che cosa opera in noi lo Spirito Santo? Innanzitutto il dono della comunicazione: gli Atti degli Apostoli ci narrano di persone che si capiscono nonostante siano di provenienza diversa.

Il comunicare esige coinvolgimento e ascolto: è lo Spirito che, ieri come oggi, dà la forza di capire l’altro e da capacità di dialogo.

Un altro dono è quello dell’unità. Nella seconda lettura ben nove volte ricorre “uno solo”. Siamo diversi l’uno dall’altro, ci sono affidati incarichi diversi, siamo membra diverse, ma uno solo è il Signore, uno solo è Dio: siamo un corpo solo!

Infine, il dono della forza, rappresentata dal “vento gagliardo”.
Gli Apostoli hanno affrontato un mondo ostile o indifferente: erano una piccola minoranza chiamata ad essere sale e lievito nel mondo.

Anche oggi i cristiani si avviano ad essere una minoranza. Ma proprio la Pentecoste ci ricorda che la forza del cristianesimo non sta nel numero ma nella presenza dello Spirito Santo e nel lasciarsi trasformare da Lui.

don Alberto