San Giovanni Battista, il profeta che annunciò Cristo già nel grembo materno

È uno dei Santi più venerati nel mondo.
La Chiesa lo festeggia, come la Vergine Maria, anche nel giorno della sua nascita.
La sua vocazione profetica si manifestò ancor prima di nascere attraverso segni messianici come “l’esultanza” davanti a Maria in visita alla cugina Elisabetta. E Cristo stesso lo definì «il più grande tra i nati da donna»

Anche quest’anno per la nostra parrocchia è tornato il momento di festeggiare il nostro santo patrono, colui che Gesù ha definito “il più grande tra i nati da donna”… San Giovanni, detto il “Battista”, perché battezzava nel fiume Giordano le folle che a lui accorrevano. Il primo che riconobbe e indicò ai suoi discepoli: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo” (Gv1,29).

Che cosa significa quindi e che senso ha per noi, dopo duemila anni festeggiare questo santo? L’unico tra tutti i santi assieme a Maria madre di Gesù, di cui ricordiamo sia il giorno della nascita che quello della morte per decapitazione il 29 agosto. Questo fatto ci indica come la Chiesa abbia da sempre riconosciuto la straordinarietà di quest’uomo.

Lui esultò nel grembo di Santa Elisabetta per la gioia di avere incontrato il Signore prima ancora di poterlo vedere, e tutta la sua vita ha avuto un unico scopo, quello di preparare la venuta del regno di Dio. Ha vissuto unicamente predicando la conversione dai propri peccati a chiunque incontrasse, poveri o ricchi, sapienti o ignoranti, a costo anche della propria vita. Lo faceva con le parole, e ancora di più con la propria vita. Egli stesso era il segno e testimone di ciò che predicava, per questo le folle lo osannavano ritenendolo un profeta. Non ha voluto per se nessun merito, quando si avvicinò Gesù al Giordano per farsi battezzare si fece da parte dicendo: “Egli deve crescere e io invece diminuire.” (Gv3,30).
Ecco dunque, forse più che il termine “festeggiare” penso che “ricordare” e provare ad “essere testimoni” come lui ha fatto, di quell’incontro con Gesù che un giorno ha cambiato la nostra vita, sia il senso che dovremmo dare a questo giorno, rileggere nei vangeli come lui ha vissuto e fare di questo giorno un momento per pensare a come io vivo il mio essere testimone del Dio che mi ha cambiato la vita. È cosi che questo giorno per me potrà davvero essere una festa.

Buon cammino Fabrizio Zo