Festa dell’Assunzione di Maria Santissima

Ogni anno festeggiamo con tanta gioia la solennità della Beata Vergine Maria assunta in cielo.

Il Concilio Vaticano II ne parla così: “La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla come segno di sicura speranza e di consolazione per il Popolo di Dio in cammino, fino a quando non verrà il giorno del Signore”.

Il mistero dell’assunzione di Maria è inscritto nella risurrezione di Cristo. L’umanità della madre è stata “attratta” dal figlio nel suo passaggio attraverso la morte. Gesù è entrato una volta per sempre nella vita eterna con tutta la sua umanità, quella che aveva preso da Maria; così lei, la madre che fedelmente lo ha seguito con il cuore per tutta la vita, è entrata con lui nella vita eterna, nella casa del Padre.

La Madonna è stata la prima a credere nel Figlio di Dio, ed è la prima ad essere assunta in cielo in anima e corpo. Per prima ha accolto e preso in braccio Gesù quando era ancora bambino, ed è la prima ad essere accolta dalle sue braccia per essere introdotta nel regno eterno del Padre. Maria, umile e semplice ragazza di Nazareth, proprio perchè ha accolto e vissuto il vangelo, è ammessa da Dio a stare per l’eternità accanto al Figlio in paradiso. È così che il Signore rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili.
L’Assunzione di Maria è un mistero grande che riguarda ciascuno di noi, riguarda il nostro futuro. Maria, infatti, ci precede nella strada sulla quale sono incamminati coloro che, mediante il battesimo, hanno legato la loro vita a Gesù, come Maria legò a lui la propria vita. Questa festa preannuncia i cieli nuovi e la terra nuova, con la vittoria di Cristo risorto sulla morte e la sconfitta definitiva del maligno. Pertanto l’esultanza dell’umile fanciulla di Galilia nel Magnificat diventa il canto dell’umanità intera, che si compiace nel vedere il Signore chinarsi su tutti gli uomini e tutte le donne, umili creature, e assumerli con sè in cielo.

don Sandro