Nel Vangelo di oggi, Gesù si presenta come il Pane della vita. Conosciamo il contesto: ci troviamo subito dopo il grandioso miracolo della moltiplicazione dei pani. Le folle seguono Gesù, lo vogliono fare re, gli chiedono di sfamarle come nel deserto. Gesù, partendo da questo bisogno materiale, le porta a prendere coscienza di un bisogno più profondo, quello del “pane di vita”. Ora Gesù, a questo punto, propone la sua Persona, come il pane che stanno ricercando, l’unico che può sfamare il loro cuore, che può dare la vita.
Il brano di Vangelo si apre proprio con questa affermazione: “Io sono il pane disceso dal cielo!” e per evitare che i suoi uditori lo interpretassero in modo metaforico o simbolico, dichiara: “Io sono il pane della vita, il pane che discende dal cielo perché chi ne mangia non muoia”.
È chiara la reazione di stupore e anche di rifiuto: solo nell’ultima Cena, ricordata da Paolo nella seconda lettura, Gesù dimostrerà il senso di quelle parole, facendosi cibo per i suoi discepoli.
Proviamo a chiederci: “crediamo che, per l’invocazione dello Spirito Santo, nella consacrazione, Gesù si rende presente in modo misterioso ma reale nel pane e nel vino?”
“C’è il desiderio di questo Pane di Vita? Crediamo che è la manna che ci permette di camminare nel deserto della vita?”
“Ci prepariamo ad accoglierlo e lasciarci cambiare il cuore?”
Chiediamo al Signore di comprendere e di vivere sempre più intensamente l’Eucarestia.
don Alberto