«Dolcetto o santino?»

Tra ricorrenze pagane e festività cristiane anche quest’anno sono giunte le giornate di Tutti i Santi e la commemorazione dei defunti. La moda degli ultimi anni invita a festeggiare con zucche, maschere, dolcetti e scherzetti…

La Chiesa, invece, si prepara alla festa dei Santi con celebrazioni solenni e alla commemorazione dei defunti con le messe votive nei cimiteri.

Le famiglie trovano occasione per riunirsi e riscoprire le tradizioni culinarie tipiche delle nostre zone.

Nella città i negozi, le scuole, le strade, nonostante la pandemia, non riescono a rinunciare nemmeno quest’anno ai vestiti e agli addobbi di Halloween: una ricorrenza importata dai paesi anglosassoni che poco ha a che fare con le nostre tradizioni. Ma si sa, i ragazzi ci tengono, le scuole assecondano, e i genitori non riescono a trattenere la voglia dei piccoli di vestirsi da mostro e offrire “dolcetti o scherzetti”. Il tutto con la mal sopportazione di chi invece vede già dalla sera del 31 ottobre e per tutto il giorno del 1 novembre il ricordo dei nostri santi, sentendola più vicina alla propria sensibilità.

Ma si sa, la globalizzazione è anche questo: importare feste e tradizioni che non sono nostre, ma che piacciono, e magari riescono anche a fare business…

La Chiesa inserisce il ricordo di tutti i santi proprio il 1 novembre. Non possiamo quindi dimenticare grandi uomini e donne che nel corso dei secoli hanno vissuto la propria esistenza modellandola sul messaggio del Vangelo. Tutti noi abbiamo ben impressa in mente la vita di qualche santo: quello che sentiamo più vicino, quello che ci ispira e che ci affascina, o magari quello che abbiamo anche potuto conoscere di persona. Perché il 1 novembre ci deve ricordare che essere santi è la vocazione di tutti anche oggi: qualcuno riesce a scoprirla nella propria vita, qualcun altro non riesce a trovarla in tempo. Ma i santi esistono anche nei nostri giorni, uomini e donne di fede che hanno saputo trasformare le parole del Vangelo in gesti concreti che cambiano la vita.

Con questo intento, la Pastorale Giovanile Diocesana organizza ogni anno a Milano il ritrovo degli adolescenti nella “Notte dei Santi”, invitando i ragazzi a trascorrere la sera per le strade della metropoli, riscoprendo luoghi e personaggi, canti e silenzi, e non solo zucche e mostri. Non si tratta quindi di mettere in concorrenza due modi diversi di passare la sera del 31 ottobre: si tratta di non dimenticare ciò che nella nostra vita è essenziale, e che deve essere modello di riferimento anche oggi. Non si tratta di scegliere tra halloween e ognissanti, a modello della filastrocca “dolcetto o scherzetto”. Si tratta semplicemente di non dimenticare che la nostra vita da cristiani è chiamata alla santità, e che siamo tutti invitati a riconoscere e riscoprire la nostra vocazione ad essere santi, sul modello di quelli più o meno conosciuti. E se dovessero chiedere “chi sono i santi?” basta rispondere con le parole di San Giovanni Paolo II: sono coloro hanno saputo “fare della propria vita un capolavoro”.

Diacono Fabrizio Santantonio