Misura alta

Sento spesso giovani “arrivati” dire ad altri giovani: “Dovete credere ai vostri sogni ed essi si avvereranno”. Lo dice Bebe Vio, una grande campionessa paralimpica, ma soprattutto un’icona della lotta per la vita, lei che è arrivata più volte sul punto di perderla e che l’ha riconquistata non solo con le sue vittorie nella scherma, ma nel suo stile di vita, di comunicazione, di giovinezza. Altri personaggi dello sport e della musica lo ripetono: si accorgono che i loro coetanei vivono il pericolo della depressione, della mancanza di respiro, dell’essere schiacciati da adulti e anziani in un destino poco roseo. Eppure lanciano un messaggio di speranza, più ancora di impegno, di perseveranza, di fatica.

Non mancano – secondo le cronache – giovani capaci di nuove invenzioni, di start-up geniali, di orizzonti mondiali nel lavoro, nella tecnica, nel volontariato.

Penso che a persone così sia mancato l’invito a volare basso, a non farsi illusioni, ad accontentarsi di poco, a non pretendere da se stessi, ad arrangiarsi sui bassi profili, da parte di un mondo adulto non sempre esemplare a mostrare e garantire ampie prospettive ai giovani e a fidarsi di loro.

Papa san Giovanni Paolo II invece spronava tutti a evitare le mezze misure: parlava di santi «e tra loro molti laici che si sono santificati nelle condizioni più ordinarie della vita. È ora di riproporre a tutti con convinzione questa “misura alta” della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane deve portare in questa direzione».

don Gianni