Familiarità

Da qualche settimana bambini e bambine dell’età di 7-8 anni (generalmente appartenenti alla classe II della scuola primaria) si sono affacciati, insieme alle loro famiglie, all’esperienza del primo anno di catechesi di Iniziazione Cristiana. Alcuni di loro sono stati “visitati” in vista del Natale, per stabilire un contatto più personale con i preti delle parrocchie e con la comunità.

Nel percorso educativo quelli del secondo anno di catechesi hanno ricevuto
il libro del Vangelo, come parola che possa accompagnare e sostenere il loro cammino di fede.

Inoltre in ogni parrocchia si organizzano, specialmente in alcune domeniche, tempi di incontro per ragazzi e genitori, che prevedono spesso la S. Messa celebrata insieme e proseguono con momenti di fraternità, gioco e riflessione.

Le limitazioni causate dalla pandemia hanno costretto l’anno scorso
a svolgere molte attività da remoto e quest’anno tengono lontani dagli
incontri i positivi, gli isolati, quelli in quarantena, e anche gli oratori svolgono la loro animazione in modo piuttosto ridotto.

È vero che queste proposte sono occasioni per fare amicizia, educarsi
alla relazione, passare insieme un tempo sereno. La familiarità tra i piccoli, i ragazzi e i giovani è però solo un segno della familiarità con Gesù che è il vero obiettivo dell’oratorio, della catechesi, della Chiesa stessa. Una familiarità che va incrementata con l’educazione a pregare, la conoscenza del Vangelo, la frequenza alla S. Messa: solo così Gesù nasce e rimane nei cuori e nelle famiglie.

don Gianni