La corona d’Avvento, di origini nordiche, è divenuta sempre più un “segno” delle festività natalizie anche nelle nostre abitudini. Ma come nasce questa usanza?
Nel 1840 il pastore luterano Wichern nella Germania del Nord prese l’abitudine di incontrare la sua Comunità nel periodo precedente il Natale, per vivere insieme alcuni momenti di riflessione e preghiera comune, stigmatizzando questi incontri con una candela accesa al centro del tavolo come simbolo della Luce e di presenza dell’Eterno.
Un suo amico provvide a recuperare una ruota di carro, posta al centro del tavolo, su cui fissare di Domenica in Domenica una candela in più. Successivamente altri si preoccuparono di abbellire la ruota con rami di pino, fiori, bacche, frutti, etc…arricchendola di settimana in settimana.
Solo tra il 1930 e il 1940 la Corona d’Avvento entrò nella tradizione cattolica, sia come “grande simbolo” al centro della Chiesa durante le funzioni liturgiche, sia soprattutto nelle famiglie e nelle case.
Le grandi candele (quattro nel rito romano, sei nel nostro rito ambrosiano), accese in successione una per ogni Domenica d’Avvento fino alla Vigilia di Natale, rappresentano il senso dell’attesa, della nostra speranza in Cristo luce nel mondo, della riconciliazione, dell’allontanamento delle tenebre nella gioia della sequela di Cristo.
È davvero bello vedere una corona d’avvento nelle case e nelle famiglie, con le candele accese, per esempio ogni domenica a pranzo.
La proposta bella è quella di imbastirla con le proprie mani, con il contributo di tutti, anche a testimoniare l’unità della famiglia stessa che insieme vive l’attesa di un Gesù tra noi.
Guido Feltrin
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.