“In Oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”
Questo è il versetto biblico scelto per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si celebra dal 18 al 25 gennaio 2022. Tratto dal Vangelo di Matteo al capitolo 2, è il tema del consueto appuntamento delle chiese cristiane.
Come ogni anno anche in questo 2022, nel mese di Gennaio, pregheremo in tutte le chiese per l’unità dei cristiani. Questo evento, nel suo profondo significato unitario, è fortemente voluto da tutte le Chiese cristiane, sancito nell’Assemblea Interreligiosa del lontano 1999, quando tutti si dichiararono convinti “che il dialogo tra le religioni non significhi rinunciare alle proprie identità, ma piuttosto rappresenti un momento di scoperta. Impariamo ognuno a rispettare l’altro come membri di un unico genere umano. Impariamo ad apprezzare sia le nostre differenze sia i valori comuni che ci tengono vicini …
Noi ci chiediamo l’un l’altro di dimenticare gli errori passati, di promuovere la riconciliazione, di impegnarci in prima persona per superare l’abisso tra ricchezza e povertà e di lavorare per un mondo di giustizia e di pace durevole”.
Questa convinzione, e l’impegno che ne deriva, riconducono direttamente alle stesse parole di Gesù espressa nella preghiera ultima al Padre “che siano uno perchè il mondo creda”!
Prima dell’Assemblea Interreligiosa del 1999 fu papa Giovanni Paolo II con la famosa enciclica “Ut Unum Sint” (1995) a tracciare le linee non solo di un senso ecumenico ma di una vera “unità” di tutti i cristiani. Questo messaggio venne e viene tuttora decisamente condiviso da papa Francesco e da tutta la Chiesa come testimonianza convinta di un Dio unico per l’uomo chiunque esso sia. Da allora e sulla scia di questi impegni si sta facendo un grandioso lavoro congiunto in senso ecumenico, come per esempio le risoluzioni condivise con la Chiesa evangelico-luterana, gli incontri frequenti e le celebrazioni congiunte con la Chiesa anglicana così come con la Chiesa ortodossa. Si tratta non soltanto di scoprire da una parte quante cose abbiamo in comune, ma anche di saper valorizzare le differenze, che si traducono in una effettiva ricchezza, dono di una condivisione. Insomma, si ha l’impressione che sia un percorso tracciato, e nella spontanea semplicità di molti tutto questo è già una realtà. Anche sul nostro territorio.
Che siano uno perché il mondo creda, appunto.
Guido Feltrin
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