Grazie don Marco!

Don Marco durante le benedizioni natalizie

In data 2 aprile il Vicario Episcopale mons. Luciano Angaroni ha scritto una lettera a tutti i fedeli della nostra Comunità pastorale di Desio per annunciare che “don Marco Tagliabue
dopo due anni di presenza nella vostra comunità, a conclusione di un periodo caratterizzato
dalla pandemia, è stato chiamato dall’Arcivescovo ad un nuovo incarico”.

Così prosegue: “Con il prossimo 18 aprile 2022 inizierà il suo servizio di Vicario parrocchiale
presso la Parrocchia di San Dionigi, nel quartiere Pratocentenaro a Milano”.

Conclude invitando alla preghiera per don Marco e “per le vocazioni al ministero ordinato
e per la santità dei preti”.

In questi pochi giorni la parrocchia di San Giorgio condividerà con don Marco il cuore dell’annuncio cristiano: la morte e la risurrezione di Gesù, la sua e nostra Pasqua. Questo annuncio aiuti ad accompagnare con la preghiera don Marco nel suo nuovo incarico e la parrocchia a sentirsi comunità viva secondo il Vangelo.

Spesso fatichiamo a trovare le parole giuste per dimostrare la nostra gratitudine verso qualcuno, viviamo d’altronde in un’epoca in cui si scrive sempre, ma uno scritto, un gesto, una attenzione che riceviamo possono essere talmente toccanti ed importanti che lasciano il segno. Dire GRAZIE per ciò che si è ricevuto è doveroso.

Questa comunità ti dice Grazie per l’insistenza e il richiamo alla Parola di Dio.

S. Paolo dice: “Qualunque cosa tu faccia, in parole o opere, falla nelnome del Signore Gesù, rendendo grazie a Dio Padre per mezzo di lui”. C’è una grande differenza tra fare le cose per obbligo e farle con cuore grato che cerca di onorare e compiacere Dio. Non solo è più piacevole per chi ci circonda, ma noi stessi beneficiamo della salute fisica e spirituale. Fare tutto nel nome di Gesù significa che siamo
suoi rappresentanti per coloro con cui interagiamo quotidianamente. Se vedono Gesù in me, se li tratto come lui vuole e lo faccio di cuore, non di mala voglia, io glorifico e agisco con cuore trasformato e amante.

Ancora S. Paolo ci ricorda: “Ringrazia Dio in ogni situazione, perché questa è la sua volontà per te in Cristo Gesù”. Come Figli di Dio riusciamo sempre a trovare qualcosa per cui ringraziare Dio anche in mezzo a situazioni che ci feriscono o ci sconcertano. Sappiamo che tutto funziona per il bene di quelli di noi che amano Dio. E andiamo avanti con fiducia. Non è
che neghiamo il nostro dolore, ma che in mezzo a quel dolore sperimentiamo la sua pace e sappiamo che ha uno scopo.

A volte, guardiamo indietro, vediamo che è proprio nei momenti più dolorosi o difficili che abbiamo sperimentato più chiaramente la potenza e la vicinanza di Dio. Manteniamo il nostro spirito attento alla presenza e alla bontà di Dio e non smettiamo di ringraziarlo.

Il Catechismo scrive: «Ogni avvenimento e ogni necessità può diventare motivo di ringraziamento». La preghiera di ringraziamento comincia sempre da qui: dal riconoscersi preceduti dalla grazia. Siamo stati pensati prima che imparassimo a pensare; siamo stati amati prima che imparassimo ad amare; siamo stati desiderati prima che nel nostro cuore spuntasse un desiderio. Se guardiamo la vita così, allora il “grazie” diventa il motivo conduttore delle nostre giornate. Tante volte dimentichiamo pure di dire “grazie”.

E ora…

Tre verbi, un unico invito, che Gesù rivolge spesso a coloro che incontra: “Alzati – va’- non temere”.

Alzati. “Non sederti”, prendi consapevolezza di te, dei tuoi doni, dei tuoi desideri. Stai in piedi sulle tue gambe, in un atteggiamento di curiosità e di scoperta.

Va’. Esplora ciò che ti sta attorno, allarga i tuoi orizzonti, apriti a quelle realtà che hanno più bisogno del tuo aiuto, della tua presenza, del tuo amore…

Non temere! È l’incoraggiamento di cui tutti abbiamo sempre bisogno. È la conferma che Colui che ci chiama ad alzarci e ad andare, ci è vicino e ci accompagna. Nel racconto dell’annunciazione entra in scena con tutta se stessa Maria, la giovane donna di Nazaret “cercata” da Dio. Alle parole dell’angelo le saranno passate in testa mille domande. Rimane stupita, ma anche turbata: che senso poteva avere tutto questo? Che cosa avrebbero pensato di lei… Giuseppe? La gente? L’angelo la invita a fidarsi dello Spirito, che sarebbe disceso su di lei. Ancora una volta risuona deciso l’invito a non temere. Rallegrati Maria, sii felice, perché il Signore è con te, sei amata gratuitamente per sempre.

Don Marco durante le benedizioni natalizie
Don Marco durante le benedizioni natalizie

Dio non elimina la paura, ma ci permette di abitarla. Tutti siamo accompagnati e sostenuti dalla presenza degli altri e dall’Amore di Dio che è più forte di ogni paura. Suggerisce Papa Francesco: «La paura non deve mai avere l’ultima parola, ma essere l’occasione per compiere un atto di fede in Dio… e anche nella vita! Ciò significa credere alla bontà fondamentale dell’esistenza che Dio ci ha donato, confidare che Lui conduce ad un fine buono anche attraverso circostanze e vicissitudini spesso per noi misteriose. Se invece alimentiamo le paure, tenderemo a chiuderci in noi stessi, a barricarci per difenderci da
tutto e da tutti, rimanendo come paralizzati. Bisogna reagire! Mai chiudersi! Nelle Sacre Scritture troviamo 365 volte l’espressione“non temere”, con tutte le sue varianti. Come dire che ogni giorno dell’anno il Signore ci vuole liberi dalla paura».

Nella vita ordinaria noi raramente ci rendiamo conto che riceviamo molto di più di ciò che diamo, e che è solo con la gratitudine che la vita si arricchisce. Ogni persona piccola o grande chepassa nella nostra vita è unica: lascia sempre un po’ di sé e prende un po’ di noi. Grazie per aver incrociato il nostro cammino!

Valeriana