Mistero della fede

“Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta”. “Ogni volta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice, annunziamo la tua morte, Signore, nell’attesa della tua venuta”. “Tu ci hai redenti con la tua croce e la tua risurrezione: salvaci, o Salvatore del mondo”. Nel cuore della preghiera eucaristica, subito dopo la memoria dell’ultima cena e la consacrazione ed elevazione del pane e del vino, l’assemblea liturgica è chiamata a intervenire con una breve acclamazione, in una delle tre formule sopra citate.

Così il popolo di Dio si appropria di ciò che è accaduto e fa sua la preghiera pronunciata dal sacerdote a nome di tutta la Chiesa.

Dire Mistero della fede non significa che ciò che è accaduto – la trasformazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo – sia incomprensibile, non si possa capire. La parola mistero indica piuttosto quel mescolarsi tra realtà umane e materiali, pane e vino, e l’azione di Dio che, oltre a garantire la sua presenza tra noi, specifica come è presente.

Infatti la risposta in tutti e tre i testi parla di morte, o croce, e risurrezione e invoca la venuta e la salvezza di Gesù, ossia la pienezza della sua vita in noi. Affermiamo così che la Pasqua di Gesù è il vero centro della vita cristiana e della fede stessa. Tant’è vero che Gesù ci presenta il suo corpo come sacrificato e il suo sangue come sparso: l’eucaristia è dunque immagine ed espressione dellasua croce e della sua risurrezione. Non solo: dalla Pasqua inizia un processo della storia umana dove la presenza di Gesù è garantita per conseguire con Lui la vittoria finale, la vittoria su ogni morte. Ecco perché il cristiano non teme di annunciare la morte del Signore. E ciò accade non solo perché ne parla o ne legge nei vangeli o ne celebra il ricordo nella Settimana Santa.

Annunciare la morte di Gesù è impegnarsi perché fin d’ora nessuna morte possa vincere, possa togliere la speranza, possa apparire definitiva. Ecco allora il cristiano impegnato nei campi della medi-
cina e dell’educazione per vincere malattia e ignoranza; nelle lotte contro la povertà e il degrado dell’ambiente; e, soprattutto in questi giorni, nell’impegno a favore della pace, per eliminare, oltre alla
orribile distruzione dei corpi, anche ogni odio, causa della morte dell’anima.

don Gianni