III di Pasqua
Nel brano di Vangelo di questa domenica, Gesù accusa i
suoi nemici di essere bugiardi e schiavi ed essi reagiscono
definendolo samaritano ed indemoniato.
Il contrasto si rivela già dalle prime battute di questo
brano: Gesù proclama “Io sono la luce“, cioè colui che può dare senso alla vita e alla storia, ma gli avversari chiedono qualche testimonianza di questo. Gesù rivela il volto di Dio, ma essi non l’accettano perché non rientra nei loro schemi: c’è una chiusura totale.
Non dobbiamo meravigliarci che la Chiesa faccia fatica ad annunciare il Vangelo e che tanti non la accettino, anzi la ostacolino. Ma qual è il motivo di questo rifiuto? Forse è dovuto al fatto che la Chiesa, come dice il Vangelo, difende il valore della persona al di là di tutte le etichette sociali o di razza; o perché proclama la sacralità della vita dall’inizio alla fine; o perché difende l’istituto naturale della famiglia; o perché come Gesù ha un’attenzione particolare ai poveri, richiamando verso di essi
l’attenzione delle istituzioni; o perché ricorda a chi ha in mano le leve dell’economia il diritto primario di ogni uomo ad un lavoro onesto e retribuito, non deve meravigliarsi o scoraggiarsi se è rifiutata.
Se, invece, il rifiuto della Chiesa dipende dagli scandali, allora gli uomini di Chiesa con umiltà riconoscano gli errori, riparino i danni compiuti e si convertano al Vangelo. Lo Spirito Santo, dono di Cristo risorto, ci aiuti in questo lavoro di discernimento, così che la Chiesa possa continuare ad essere segno di Gesù risorto nel mondo d’oggi.
don Alberto