Stefania Figini si reca in Africa ogni anno da 27 anni e dice: “Una scelta di vita che mi ha cambiata”
Sono tre i progetti che Stefania Figini sta portando avanti in Repubblica Centrafricana, un progetto di vita che si è concretizzato sempre più dal 1995. Li ha spiegati il 23 e 24 aprile al circolo culturale Pro
Desio, dove ha organizzato una raccolta fondi.
La Cappella
Intanto stanno finendo di ristrutturare una cappella piccola e pericolante. “Strutturalmente non
garantiva la sicurezza, con un ampliamento quest’anno siamo arrivati al tetto. Per il prossimo anno mancheranno intonaci e pavimento, ma la cappella c’è. È come una veranda molto ampia. [A causa della pandemia], “abbiamo avuto non pochi problemi di riperimento dei materiali. Abbiamo collaborato con la popolazione e con gli artigiani locali, prendendoli in modo ecosostenibile”.
La scuola
Il secondo progetto, nato nel 2006, è una scuola dell’infanzia, la struttura è del 2010, 600 metri quadri con all’interno tre classi: piccoli, mediani e grandi, in media ci sono 70 bambini. “Questo è il posto sicuro grazie al quale le mamme potevano andare a lavorare nei campi, ma mancavano di attività educative di supporto. Per questo siamo stati un progetto pilota, fascia coperta tra i 4-6 anni durante tutto lo sviluppo della socializzazione. Imprinting importante che devono avere affinché gli rimanga. Ricordo che i primi facevano fatica a giocare insieme, ora è molto bello”. La sua idea è quella di portare miglioramenti, coinvolgendo in prima persona gli abitanti, in modo che il cambiamento diventi parte di loro stessi e che non sia qualcosa di imposto.
La Yogurteria
Da ultima è nata un’attività associata: una yogurteria. “È un laboratorio iniziato l’anno scorso che produce yogurt per la scuola e il mercato locale, partiti con la produzione a novembre. Yogurteria per i bambini, nata per dare un alimento nutriente in aggiunta alla dieta normale, perché hanno problemi a livello intestinale e lo yogurt aiuta, le sue proteine inoltre possono sostituire la carne, che mangiano molto poco. Se ne riusciamo a produrre una certa quantità, circa 120-150 dosi al giorno, possiamo rivenderlo nella città più vicina e questo dà un contributo al giovane casaro per la fabbricazione e ad una dozzina di collaboratori che gestisce la scuola. È tutto alimentato ad energia solare e funziona bene. Vorremmo potenziarlo con nuovi pannelli”. Stefania Figini ogni anno cerca di andare almeno un paio di mesi in Repubblica Centroafricana: “Sento di essere cresciuta con loro e che danno tanto, grazie alla loro semplicità. La cosa che vedo più importante è fare i progetti insieme a loro. Per
me è stato un arricchimento personale imparagonabile a quello che avrei potuto avere qui”.
Eleonora Murero
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