Protagonisti

Ogni giorno dell’anno è dedicato a qualcosa. Per esempio il 5 maggio scorso si teneva la Giornata mondiale della password, secondo alcuni istituita nel 2013 da una non meglio precisata “comunità internazionale della sicurezza informatica”.

La Chiesa non è da meno e spesso richiama in varie circostanze una serie di attenzioni importanti: giornate per le Missioni, la Caritas, la Vita, l’Università Cattolica, ecc. Questa domenica ricorre la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, che ha la fortuna di essere sostenuta dalla liturgia che sottolinea di volta in volta la figura di Gesù Buon Pastore o – quest’anno – la chiamata al servizio apostolico di quelli che Gesù chiama suoi “amici”.

Pregare per le vocazioni non significa solo chiedere che Dio provveda ai nostri bisogni spirituali inviando un sufficiente numero di preti alle comunità, specialmente a fronte di una loro forte diminuzione (in diocesi di Milano, in data 30 marzo: 1104 parrocchie, 1684 preti, di cui 553, cioè un terzo, ultra75enni).

Pregare per le vocazioni è pregare perché ciascun battezzato senta che la sua vita corrisponde a una chiamata del Signore e che egli si attende una risposta. Anche per mettersi a servizio della comunità cristiana, in parrocchia o altrove.

Come scrive papa Francesco per questa Giornata: «Bisogna guardarsi dalla mentalità che separa preti e laici, considerando protagonisti i primi ed esecutori i secondi, e portare avanti la missione cristiana come unico Popolo di Dio, laici e pastori insieme. Tutta la Chiesa è comunità evangelizzatrice».

don Gianni