Ascensione del Signore
Carissimi, celebriamo la festa liturgica dell’Ascensione, Gesù che sale glorioso al cielo, cioè è riconosciuto Signore del cielo e della terra.
Di solito quando una persona cara parte e sappiamo che non la vedremo più, c’è
malinconia, tristezza; nel Vangelo invece si sottolineano la serenità, la gioia ben
motivata. L’Ascensione non è la partenza di Gesù, ma la sua glorificazione, cioè la proclamazione che Gesù, Uomo-Dio, è uguale in dignità e potenza a Dio Padre.
Come il Padre, anche Gesù è eterno, onnipotente, onnisciente e anche onnipresente, non solo come Dio, ma anche come uomo. Proprio per l’Ascensione, Gesù di Nazareth è qui come in ogni parte del mondo: ci parla, si rende presente
nell’Eucaristia, si dà in cibo a noi. È, quindi, un giorno di gioia, di riconoscenza perché ci ha voluto bene, rimanendo con noi.Salendo in Cielo ha portato con se la nostra Umanità è andato avanti a prepararci un posto. L’Ascensione è la giornata più bella in cui pensare ai nostri cari che ci hanno lasciato, con nostalgia, perché li incontreremo di nuovo, con li Signore.
I discepoli ritornano a Gerusalemme nell’attesa “di ricevere la forza dello Spirito
Santo, per essere testimoni di Gesù fino ai confini della terra”.
Certo dobbiamo pensare al Paradiso, alla meta che ci aspetta, ma questo non ci disimpegna in questo mondo.Chiediamo, allora, insieme, al Signore, che non ci ha lasciati soli, di essere suoi testimoni nella gioia e nell’amore aperto a tutti.
don Alberto