Una Chiesa universale

Don Marco è stato a Fortaleza, Cearà-Brasile, in missione per incontrare Simone, l’amico d’infanzia

La missione è amicizia come testimonia l’esperienza di don Marco di quest’estate. Ce l’ha raccontata:

Parlare di missione estiva mi sembra eccessivo! Certo, da anni c’era nel cuore il desiderio di rivedere Simone, caro amico d’infanzia, emigrato da Lecco in Brasile 15 anni fa! C’era il
desiderio di condividere in carne e ossa, e non solo via video-chiamata, l’esperienza della vita, della Fede e di conoscere personalmente la sua compagna e i suoi bambini. C’era il desiderio di ritornare in una terra e incontrare una Chiesa visitata nel lontano 2010 che avevano toccato
il cuore. Solo così posso parlare di piccola missione estiva!

Sono partito la notte del 16 agosto con destinazione Fortaleza, Cearà-Brasile e sono rientrato a Malpensa nel pomeriggio del 24 agosto. Pochi giorni, ma ricchi! Vi racconto alcuni piccoli
“tesori nascosti” trovati in questo campo della vita!

La tecnologia è fantastica, ma l’incontro ancora di più. Per anni con Simo ci siamo sentiti settimanalmente via email, poi via chat e poi ancora via video-chiamata. Abbiamo chiacchierato, condiviso le normali giornate, le gioie della vita, e anche grandi dolori, con una spontaneità che
rendeva i 7210 km non così distanti. Separati da uno schermo, abbiamo riso e pianto, pregato e condiviso la fede molte volte. Molte volte la benedizione del Signore è passata via satellite!

Eppure anche questa meraviglia della tecnologia non può sostituire la gioia di abbracciare un amico dopo 15 anni, giocare e prendere in braccio i suoi figli, assaggiare la colazione brasiliana
e il cafezinho preparati dalla sua compagna. Impagabile è entrare nei luoghi di lavoro di noi italiani emigrati all’estero e conoscere decine e decine di lavoratori italiani e brasiliani dentro
una città giovane sull’oceano, che cresce velocemente, con una natura stupenda attorno, spesso derubata, con grandi contrasti, ma anche molta voglia di vivere.

La Chiesa è sempre “casa” e ancora una volta l’ho sperimentata come Cattolica: universale. Aver
concelebrato la Messa nella parrocchia di Nossa Senhora da Glória, anche senza capire tutto, mi ha riportato a casa perché lì c’era Gesù, il Suo Gregge radunato attorno a Lui, Maria Sua Madre, i Santi, il Vescovo nominato durante la preghiera eucaristica insieme al nostro Papa Francesco, un sacerdote, un gruppo di parrocchiani, un diacono, i ministri dell’Eucaristia, lettori, catechisti.

Anziani, giovani, bambini. Mi ha molto colpito la Ministerialità diffusa, l’attenzione all’Eucaristia, alla Parola di Dio e all’evangelizzazione di giovani e famiglie della Chiesa Cattolica Brasiliana. L’esperienza di doversi confrontare con le comunità evangeliche è stata ed è una ferita, ma anche un’occasione di maturazione!

Credo che anche noi possiamo fare tesoro di quello che sta vivendo questa porzione del Popolo di Dio! Tornare la sera a casa di Simo, insiemea tutto il popolo di Fortaleza che lascia il centro cittadino verso la periferia, non è indolore. Dentro il traffico corposo di auto e molte moto, sotto
i cavalcavia, si intravedono figure minuscole: bambini, vestiti con pochi stracci. Con loro alcuni adulti che raccolgono cartoni e si preparano alla notte. Dentro una città bella, di mare, che cresce e sogna un futuro di progresso, ci sono fratelli e sorelle che vivono in povertà grandi, che
spingono grossi carri a mano, che vivono in favela ai lati dei grattacieli, che giacciono per strada dimenticati a causa della droga, ci sono ragazze e ragazzi sfruttati per il turismo sessuale locale e d’oltroceano. Il volto crocifisso di Cristo si fa sentire in maniera brusca, bussa al mio cuore e interroga sul mio “sì” a Gesù, sul mio stile di vita, sulle mie scelte, sul nostro essere Chiesa.

Don Marco Albertoni