La festa di Ognissanti e la commemorazione di tutti i fedeli defunti (1 e 2 novembre) ci invitatano ad approfondire il senso della vita e della morte.
Nelle nostre case sono presenti le fotografie dei familiari defunti. A volte, sulle pareti o sui mobili di alcune camere, si trovano anche le immagini dei santi a cui siamo più devoti. Abbiamo bisogno che i nostri occhi incrocino il loro sguardo, per ravvivare la fiamma d’amore che cova sotto la cenere.
Quando ci rechiamo presso la tomba dei nostri cari abbiamo il desiderio di continuare a parlare con loro, così come facevamo quando erano accanto a noi. Questo colloquio diventa preghiera, perchè sappiamo che loro vivono presso il Signore e Lui può rendere sempre nuovo questo legame.
Anche con i santi si innesca un procedimento simile; a volte li abbiamo incrociati durante la giovinezza, altre volte li abbiamo conosciuti tramite la televisione o un episodio della loro vita letta su un giornale … Il Signore ce li fa ritrovare in maniera improvvisa, soprattutto quando c’è un dispiacere che ci consuma. Proprio in queste circostanze è sufficiente il loro sguardo, oppure una frase incisiva che ci hanno trasmesso, per mettere la pace di Dio nel nostro cuore.
In questi anni però ci accorgiamo che stanno diminuendo sia i pellegrinaggi nei luoghi dove sono vissuti i santi più famosi, sia la visita frequente ai cimiteri per ricordare i propri defunti. Sono tanti i motivi che possono spiegare questo fenomeno: la secolarizzazione; la vita più intensa che lascia solo poche pause lungo la settimana …
Io penso che ci sia anche un’altra motivazione: è lo sgomento che ci prende quando sperimentiamo accanto a noi la realtà della morte. Sappiamo che anche noi dovremo morire, ma non riusciamo a meditare su questo argomento in modo maturo. Istintivamente allontaniamo questo pensiero con parecchi espedienti: ci illudiamo di essere ancora giovani; contro le malattie prendiamo tante precauzioni; il rischio della guerra riguarda sempre altri popoli …
Nel momento in cui si immaginano il proprio futuro, per molti cristiani, che pure credono che Gesù è risorto da morte, anche la speranza nella vita eterna rischia di rimanere un miraggio.
Quando durante un funerale i nipoti promettono al nonno che non lo dimenticheranno mai, sembra che, senza il loro ricordo, questa persona scomparirà per sempre.
Invece i credenti sanno che Gesù è il Signore dei vivi e dei morti; per questo in Lui, che è vivo per sempre, questa comunicazione con i santi e i defunti è un’opportunità perenne.
don Sandro