La parabola del Vangelo è una lettura della storia della salvezza: i primi invitati al banchetto sono gli Ebrei, ma a questo segno di elezione alcuni rispondono con indifferenza, rifiuto, perfino ostilità violenta.
A questo punto c’è il castigo e la chiamata alla salvezza anche dei pagani.
Nella parabola si evidenzia l’amore gratuito, totale di Dio che chiama ogni uomo a partecipare alla sua gioia.
Si sottolinea, insieme alla chiamata, la risposta dell’uomo. L’invito al banchetto ha risposte diverse: c’è chi lo rifiuta perché non è disposto a mutare il centro d’interesse della propria vita. C’è chi, invece, lo accetta, ma non ne capisce il significato: l’amore del Signore è qualcosa che rinnova e, se accettiamo questo amore, ”la veste” della nostra vita deve cambiare.
Matteo non specifica in che cosa consiste questa veste nuziale: ma ognuno di noi quando entra in comunione con Dio, deve cambiare.
Il Signore ci conosce profondamente: sa quanto è difficile per noi lasciarci amare, per questo ha voluto che ci fosse un banchetto, segno, richiamo, anticipo di quel Banchetto Eucaristico a cui ci invita.
Anche noi a questo banchetto, talvolta forse abbiamo preferito altre cose…
Ma il Signore non si stanca, continua a chiamarci, vuole che diventiamo partecipi della sua gioia, si fa cibo per noi.
Chiediamo al Signore di saper sempre vivere con fede e speranza l’Eucaristia, ogni domenica, nell’attesa di partecipare, alla fine, al Banchetto celeste.
don Alberto