Il Natale, la gioia della fede in una festa di canti e suoni

Le caratteristiche liturgiche dei canti del tempo d’Avvento sono accordate su diverse tonalità. Nell’animazione musicale delle celebrazioni di queste settimane dapprima assumono un tono penitenziale nel quale gli uomini invocano pietà intraprendendo un cammino di purificazione cui ci invita la liturgia, tingendo di viola i paramenti, privando la messa del canto dell’usuale Gloria in excelsis e domandando, in generale, una certa qual moderazione sonora. Con il trascorrere del tempo, avvicinandoci alla tensione delle feste natalizie acquista un tono di gioia che risuona delle note natalizie dei cori angelici in un crescendo solenne di festa.
Il Maestro Enrico Balestreri attraverso i suoi ricordi ci propone degli spunti di riflessione su questo perido di attesa

La novena di Natale! Un periodo magico per chi come me bambino, ha sempre frequentato le sacrestie delle nostre chiese. Sono i nove giorni che precedono il Natale a dare il senso della festa. Era la messa delle ore 18.30 che per nove giorni anticipava il Natale ed era il canto “Vieni o Signor la terra in pianto geme” che faceva da colonna sonora per tutto il periodo, sfociando poi nel giorno di Natale con il gioioso “Osanna al Figlio di David”. Questi ricordi si concretizzavano poi nella gioia di quei giorni nell’attesa del Natale, ricordi fatti di sogni, di regali, di letterine scritte e riscritte più volte a Gesù Bambino, e il dubbio che ogni anno si manifestava con una richiesta di chiarimenti: ma come fa Gesù Bambino a portare tutti quei doni a tutti i bambini più o meno buoni del mondo? “Tu quando verrai, Signore Gesù” era il canto che preferivo ascoltare e cantare con il gruppo dei piccoli cantori negli anni sessanta. Mi piaceva la linea melodica, la simmetria delle frasi, la sapiente costruzione di tutto il canto. Ma questo non lo sapevo allora, era solo istinto, seguivo certo il testo, ma ormai la musica prevaleva sulle parole che cantavo insieme agli altri bambini che formavano lo storico gruppo dei piccoli cantori ormai diventati grandi cantori.

E sono proprio gli ex piccoli cantori, diventati grandi che mi hanno accompagnato verso la grande musica. “Wachet auf” il titolo di un famoso preludio corale per organo, tratto dalla cantata BWV 140 di J.S. Bach. Svegliatevi, una voce vi chiama, è il grido degli angeli rivolto ai pastori assonnati. Wachet auf, Svegliatevi, Gesù, il salvatore è nato! Per me un sogno da realizzare quando vidi nel lontano 1962 il famoso M° L. Picchi suonarlo sul nostro organo della basilica. Mani e piedi che si muovevano sullo strumento in totale libertà e indipendenza: Un flauto alla mano destra, un oboe alla sinistra e un violoncello alla pedaliera. E poi Haendel dal Messiah “ For unto us a Child is born” , per noi è nato un Bambino. Non si può rimanere indifferenti all’ascolto, o meglio ancora, alla esecuzione di queste pagine di grande musica. La rivelazione di come la musica sia ineffabile, indescrivibile, per me si raggiunge con l’Oratorio di Natale, Weihnachts-Oratorium di J.S. Bach. Il primo brano, travolgente di suoni, di colori, di festa, sono la traduzione musicale dal vangelo di Luca 2,1 e 3-7 . Jauchzet frohlocket, Giubilate, esultate! Celebrate questi giorni, glorificate quello che l’Altissimo ha oggi compiuto!
Queste mie riflessioni sulla musica ispirata dal Natale hanno avuto nel tempo la fortuna di avere un senso compiuto, eseguendole con i miei piccoli cantori di un tempo passato, ma che continua tutt’oggi, diventati grandi cantori, a sorprendermi sempre, e a confermare, se mai ce ne fosse bisogno, di come la musica, la grande Musica, sappia unire le persone attorno ad un grande progetto di fede e di bellezza.