Quest’anno ricorre il centenario della nascita di don Giovanni Barbareschi, figura storica nella diocesi milanese, uomo della Resistenza, definito “giusto e libero”, prete “ribelle per amore”.
Sul finire di questo 2022 il pensiero va spesso a eventi significativi dell’anno che volge al termine. Tra questi la ricorrenza della nascita di don Giussani (nato nel 1922), teologo e storico fondatore del movimento di Comunione e Liberazione, figura di grande rilievo e indiscusso carisma. Ma l’anno che volge al termine ricorda anche un altro illustre centenario di nascita: quello di don Giovanni Barbareschi, prete-scout e partigiano cattolico, insegnante al liceo Manzoni di Milano e animatore con il Cardinale Martini della cosiddetta “cattedra dei non credenti”.
Giovanni Barbareschi, della diocesi di Milano, faceva parte delle Aquile Randagie (gruppo scout clandestino nel periodo della Resistenza), definendosi non un “prete scout” ma uno “scout diventato prete”. Con altri (don Andrea Ghetti, don Enrico Bigatti, don Natale Motta) diede vita alla organizzazione clandestina “Oscar” (di soccorso cattolico per antifascisti e ricercati), oltre a essere
in quegli anni bui e terribili cofondatore di una rivista cattolica clandestina (“Il Ribelle”). Arrestato, imprigionato, torturato e deportato, riuscì a fuggire e a tornare nella diocesi milanese del cardinal Schuster. Nel dopoguerra è stato a lungo accanto a don Gnocchi e ai suoi “mutilatini”.
Don Giovanni è sempre stato molto amato dai giovani, a cui sapeva trasmettere il profondo amore per la libertà, che amava cogliere negli scritti di San Paolo ai Galati: “in libertate vocati estis”, ogni uomo è chiamato a realizzare la sua libertà.
In una sua nota intervista del 2009 diceva: “la mia libertà è una piccola isola in un oceano di condizionamenti, ma io – e con me ogni uomo – posso nascere come persona libera solo in quella piccola isola”. E come persona libera sapeva essere al servizio di ogni persona (“questo era il nostro modo di osservare la legge: aiutare il prossimo in ogni circostanza”).
Oggi non solo il mondo degli scout lo ricorda con affetto, ma anche molti giovani in Desio, ove li incontrò più volte, chiamato dall’allora amico don Mirko Bellora.
Insignito della medaglia d’argento della Resistenza e dell’attestato di benemerenza della Comunità Ebraica di Milano, don Giovanni ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro del Comune di Milano e a lui è dedicato un cippo al Giardino dei Giusti di tutto il Mondo a Milano. Chiudiamo questo breve
articolo con una preghiera, la preghiera della rivista “il Ribelle”, la sua preghiera, prete ribelle per amore: