Ascoltando una catechesi di Papa Francesco nel 2017, mentre commentava questo brano della
Prima lettera di Pietro, rimasi colpito da ciò che diceva: “Concetto, non è un sentimento, non è un telefonino, non è un mucchio di ricchezze! La nostra speranza è una Persona, è il Signore Gesù”. Quasi fossero rivolte direttamente a me quelle sue parole si fissarono nella memoria e nel mio cuore.
Una domanda si ripeteva dentro me e tornava spesso a farmi visita: come avrei potuto rendere conto di quella speranza che è in me, di cui parla Pietro nella sua lettera e di cui troppo spesso non riesco a dare ragione a chi mi chiede spiegazioni, come scrive l’apostolo Pietro? Chiesi aiuto nella preghiera e mi “rispose” un amico sacerdote con cui ne parlai. Mi propose di andare sul sito del Seminario di Milano, nella sezione: Scuola di teologia per laici e provare a vedere se la proposta mi interessava e faceva al mio caso.
Vidi il programma dei corsi e pensavo fosse qualcosa di ostico, destinato “agli addetti ai lavori”; poi leggendo la parte introduttiva di spiegazione, mi convinsi che avrei potuto almeno provare, e cominciare
un percorso che nella peggiore delle ipotesi avrebbe utilizzato qualche ora di tempo delle mie serate, una volta alla settimana per qualche mese, ma avrebbe potuto anche darmi la possibilità di provare a dare risposta a quel: “rendere ragione della Speranza che è in me, in noi…”. Mi sono iscritto con un amico,
che come me ha voluto intraprendere questo cammino molto bello e davvero ricco! Da allora partecipiamo alle serate che vengono tenute nella maggior parte dei casi da insegnanti e docenti anche del Seminario.
Abbiamo scoperto che non ci sono concetti così difficili. I temi sono portati avanti in modo che non
si debba avere particolari capacità per seguirli, ma sono alla portata di chiunque voglia davvero entrare in
relazione con quella Speranza che ci anima, ma che troppo spesso appare lontana e incomprensibile nel suo significato. Credo, alla fine, che siano davvero infiniti i modi attraverso cui la fantasia di Dio ci chiama a conoscerlo, ma sicuramente la scuola di teologia per molti, come per me, è uno di questi.
Fabrizio Zo