Il pensiero della settimana

II Domenica dopo l’Epifania

La Liturgia oggi ci presenta il primo miracolo di Gesù. Si tratta di un matrimonio salvato, nella sua gioia, da Gesù.

Oltre al racconto in sé, c’è il significato biblico del vino che è segno di gioia. All’acqua delle fredde giare di una vita monotona, alla routine di un amore che non ha più nulla da dire, Gesù porta la forza dell’amore che dà sorriso e gioia e tutto questo, come sempre, in modo imprevedibile. Si tratta di un miracolo operato per la mediazione di Maria: Gesù pare resistere alla osservazione della mamma, ma nell’insistenza di Maria vede la volontà del Padre e opera il miracolo.

Gesù ha voluto con sé nel suo disegno d’amore la mamma: Maria è presente nel presepe, qui al primo miracolo, e ai piedi della croce! Il suo compito è, come dice il Vangelo, di ricordarci che dobbiamo “fare quanto Egli ci dirà“.

Oggi la Chiesa deve essere “segno “ della presenza di Gesù nel mondo: i miracoli di Gesù, che erano l’occasione della fede in chi ascoltava, si devono ripetere oggi nella vita della Chiesa.

Tutta la vita cristiana vissuta con coerenza, anche se con difficoltà e sbagli , è un miracolo vivente, è segno che il Signore è presente. Pensando a Maria, dobbiamo riconoscere che l’attenzione
agli altri, ai problemi materiali e spirituali, in un mondo sempre più chiuso e diffidente, è un miracolo che non può lasciare indifferenti.

Chiediamo al Signore di aiutarci ad essere “segno” vivente del suo amore nel mondo, attraverso l’intercessione di Maria.

don Alberto