III Domenica dopo l’Epifania
Con questa domenica si conclude il ciclo dell’epifania del Signore. Nel miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù “ha compassione” per le folle che lo seguono. Compassione è il termine per esprimere l’amore senza limiti di Dio per l’umanità.
Gesù si preoccupa della folla che da tre giorni lo segue e ha esaurito il cibo. Chiede di raccogliere i pochi pani e i pesci che ci sono e di organizzare la loro distribuzione curando che tutti ne mangino a sazietà, raccogliendo, poi, gli avanzi. Gli Apostoli, come i servi di Cana, si fidano di Gesù, che compie il miracolo, e attuano quanto da Lui richiesto.
Perché Gesù non interviene, anche oggi, a sfamare i milioni di persone che soffrono la fame? Perché non ripete il miracolo della manna che ha sfamato il popolo di Israele nel deserto del Sinai? (1a lett.)
Dio non ha abbandonato l’umanità e ha, anche oggi, compassione di chi soffre, ma anche oggi chiede la nostra collaborazione. Ha dato risorse sufficienti all’umanità.
Ci chiede di sfruttare queste ricchezze e di condividerle, soprattutto con i più poveri: non possiamo accettare che il 20% della popolazione mondiale consumi l’80% delle risorse disponibili. Ma c’è anche uno stile che Gesù vuole dai suoi discepoli: “Gesù Cristo da ricco che era, si è fatto povero per voi”. Non è un amore dall’alto in basso, ma una condivisione fraterna.
Il dono all’altro deve essere fatto liberamente e con la gioia di poter essere utili gli uni agli altri, ringraziando il Signore che ci chiede di essere collaboratori del suo amore.
don Alberto