Il lettore proclama «Parola di Dio»: le letture della Messa sono ancora il modo più diffuso per la maggioranza delle persone di accostarsi alla Parola di Dio.
Molti posseggono una Bibbia, o almeno i Vangeli, ma quanti li consultano nella loro preghiera personale o durante le grandi feste cristiane, in vista di scelte importanti della vita o, non raramente, in occasione della morte di una persona cara o conosciuta?
Dio parla; ascoltarlo è già inizio di preghiera, che può diventare accoglienza, domanda, discussone, decisione in base a ciò che Dio ha detto. Quello che ha veramente detto, non quindi una frase estrapolata dal suo contesto, così da far apparire Dio a fasi alterne troppo cattivo o troppo buono.
Pregare con la Bibbia sotto gli occhi è ciò che la tradizione cristiana chiama lectio divina, di cui già nel 1992 scriveva il card. Martini: «Sono sempre più persuaso che un’educazione all’ascolto del Maestro interiore passa per l’esercizio della lectio divina, della meditazione orante sulla parola di Dio, e non mi stancherò di ripetere che essa è uno degli strumenti principali con cui Dio vuole salvare il nostro mondo occidentale dalla rovina morale che incombe su di esso a causa dell’indifferenza e della paura a credere. La lectio divina è l’antidoto che Dio propone ai nostri tempi per farci superare il consumismo e il secolarismo, favorendo la crescita di quella interiorità senza la quale il cristianesimo non supererà la sfida del terzo millennio».
don Gianni