Viaggio affascinante in questi giorni per papa Francesco in Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Sud Sudan.
A Kinshasa ha incontrato i giovani. Non è lo stesso impatto che da noi: in Congo circa il 60% della popolazione ha meno di 25 anni, mentre in Italia poco più del 22%.
A loro il papa ha detto: «Vorrei chiedervi, per alcuni momenti, di non guardare me, ma proprio le vostre mani. Aprite i palmi delle mani, fissateli con gli occhi. Amici, Dio ha messo nelle vostre mani il dono della vita, l’avvenire della società e di questo grande Paese.
Fratello, sorella, le tue mani ti sembrano piccole e deboli, vuote e inadatte per compiti così grandi? Vorrei farti notare una cosa: tutte le mani sono simili, ma nessuna è uguale all’altra; nessuno ha mani uguali alle tue, perciò tu sei una ricchezza unica, irripetibile e incomparabile. Nessuno nella storia può sostituirti. Chiediti allora: a che cosa servono queste mie mani? A costruire o a distruggere, a donare o ad accaparrare, ad amare o a odiare?». Educatore fantastico! Dice: guardate non me, ma voi stessi, ciò che siete e che potete fare; quanto è nelle vostre mani è risorsa per il vostro futuro ed espressione della vostra libertà; e tutto questo è dono di Dio.
Amore di Dio e amore del prossimo declinati in uno sguardo che apre a una promessa. Vale per le mani di ogni altro popolo e di ogni altra età.
(Però se su Google si clicca RDC non esce “Repubblica Democratica del Congo”, bensì “reddito di cittadinanza”. Mah!).
don Gianni