Penultima domenica dopo l’Epifania
La liturgia di oggi ci prepara alla Quaresima richiamando una componente che ci aiuta a scoprire la realtà del peccato e la misericordia del Signore. Da qui il sottotitolo: domenica della “divina clemenza”.
Il brano di Vangelo ci mostra tutta la delicatezza, la bontà, la passione di Gesù per la salvezza della peccatrice. Un comportamento che è sembrato fin troppo buono, tanto che in alcuni manoscritti antichi è stato tralasciato. L’adulterio esigeva una penitenza pubblica e poteva essere perdonato una sola volta. Al rigorismo morale, Gesù contrappone l’accoglienza ed il perdono. Non sminuisce la gravità del peccato, ma invita chi accusa la donna a rientrare in sé per riscoprire le proprie debolezze e fa sentire alla accusata che è amata.
Ai nostri giorni una scena simile susciterebbe reazioni diverse: chi invocherebbe la lapidazione, chi si scandalizzerebbe scomunicando chi ha sbagliato e altri avrebbero accusato Gesù di buonismo.
Gesù rischia l’accusa di essere contro la legge mosaica. Lui, invece, è il vero interprete della legge fatta non per schiacciare l’uomo, ma per aiutarlo a vivere, poiché la legge è prima di tutto perdono.
Facciamo nostra la preghiera di Israele riportata nella lettura: “Signore nostro Dio, allontana da noi la tua collera. Ascolta la nostra preghiera. Liberaci per il tuo amore”.
È una preghiera che potremmo fare quando ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione: un incontro che ci fa riscoprire tutte le nostre debolezze ma anche l’amore misericordioso del Signore.
don Alberto