Prima settimana di Quaresima
Il dramma della libertà
La libertà può essere un dramma? A volte sì. Seguendo le parole di San Paolo nella sua lettera ai romani, si comprende tutto il sentimento di un uomo lacerato da ciò che sa che è giusto e non compie, e di ciò che compie con i suoi gesti e dice con le sue parole, pur sapendo che è sbagliato. Riconosciamo che c’è il desiderio di bene dentro di noi, come una fiammella che continua a ardere nonostante le nostre inquietudini e i nostri peccati. Eppure, nonostante questo, ci accorgiamo di continuare a commettere “il male che non voglio”.
Noi siamo piccoli e limitati e non siamo in grado di uscirne da soli. Abbiamo bisogno di Lui. Abbiamo bisogno di lasciarci salvare dal Signore dentro questa libertà. Abbiamo bisogno di riconoscerlo in quella croce che spesso vediamo attaccata ai muri di casa nostra, nelle chiese, o sul nostro petto, ma che troppo spesso dimentichiamo e scegliamo di non considerare. “La croce pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte” diceva don Tonino Bello.
In questa settimana torniamo a quella croce che è espressione della nostra salvezza. Dobbiamo imparare a scegliere, ad essere liberi di scegliere, a non dire o fare ciò che va di moda. Dobbiamo imparare ad essere originali, come diceva il beato Carlo Acutis. Dobbiamo avere la libertà di volgere lo sguardo verso quella croce che ci accompagna in questo periodo di Quaresima e che troverà il suo culmine in quel venerdì santo che tra poco vivremo e rinnoveremo nel memoriale della passione di Gesù.
In questa settimana, allora, il nostro impegno sarà quello di cercare la croce, fermarci davanti ad essa, contemplare lo sguardo dell’uomo dei dolori preannunciato dal profeta e che si presenta davanti a noi con tutto il suo dramma. Perché anche Gesù ha vissuto lo stesso dramma della libertà: la libertà di consegnarsi alla croce per amore e non perché si è costretti. Chiediamo a quella croce di lasciarci guidare nella nostra libertà, e ogni volta che ne sperimentiamo il dramma, possiamo compiere la scelta più giusta.
don Alberto