Quel Santuario sopra il Lambro…

In questo periodo estivo, verrà proposta questa piccola rubrica con alcune chiese della Brianza, per far conoscere alcune peculiarità del nostro territorio e dare qualche spunto su possibili luoghi da visitare.

Quel Santuario sopra il Lambro…

Non lontano da casa nostra c’è una chiesa che può divenire spunto per una sosta spirituale tra le colline brianzole. Si tratta del Santuario della Beata Vergine Assunta di Rancate di Triuggio.

Ci si arriva in un quarto d’ora d’auto da Desio ma la meta può anche trasformarsi in un’idea per una costruttiva scampagnata in bicicletta. Giunti ad Albiate si scende verso il Lambro e passato il ponte si svolta subito a sinistra seguendo la direzione Rancate. Superata la chiesetta di Ponte dedicata a Sant’Antonio Maria Zaccaria, la strada comincia a inerpicarsi con due ampi tornanti, salendo ancora per qualche centinaio di metri, fino ad incontrare sulla sinistra il Santuario di Rancate.

La costruzione della chiesa risale alla fine del Cinquento, dedicata inizialmente ai SS. Bernardino e Maria. Il campanile è del 1599. Venne elevata a chiesa parrocchiale, con nuova dedica a Santa Maria Assunta nel 1606 dal cardinal Federico Borromeo. All’interno, costituito da tre navate, con volta a botte, si trova una pregevole e venerata pala d’altare mariana del 1507 di autore anonimo. L’opera all’origine era inserita in una cappella situata più a valle sulla sponda del Lambro, sul luogo dove la Vergine Maria era apparsa a due bambini, salvandoli dalla piena del fiume. Da questo miracolo venne la decisione di costruire un Santuario, che, grazie alle generose offerte di alcuni possidenti, si dotò nel tempo di pregevoli opere artistiche. Vi si trovano infatti affreschi di Bartolomeo Roverio detto “il Genovesino” (abside e volta del presbiterio), tele nel presbiterio e nel coro dei cremonesi Campi (Giulio e Antonio) e gli affreschi della volta della navata centrale di Andrea Appiani, raffiguranti episodi biblici, mentre gli stucchi sono dovuti all’opera del ticinese Giocondo Albertolli.

Nei dintorni del Santuario permangono tracce di un passato ad alta vocazione agricola, come le
cascine Boffalora, Orsola e Malpighi, quest’ultima oggetto di una felice ristrutturazione eseguita
sul finire del XX secolo. Si segnala anche la presenza (al civico 9 di via Biffi) dell’edificio che ospitò l’Istituto di coltura del baco da seta, un centro di ricerca di risonanza internazionale, fondato nel 1877
dall’ing. Guido Susani, che si avvalse della collaborazione del famoso scienziato Louis Pasteur, ospite
due volte in questo minuscolo borgo brianzolo.

Beppe Monga