La liturgia di questa domenica ha come protagonista Giovanni Battista. Continua a presentarcelo come
“testimone” e come “la voce che grida nel deserto: rendete dritta la via del Signore”, ma in modo particolare ce lo presenta come uno che ha piena consapevolezza del suo compito, della grandezza
della sua missione, ma anche dei suoi limiti. Ha un compito grande: presentare Gesù, “che essi non conoscono”. Quando, poi, lo avranno conosciuto, si ritirerà ed inviterà i suoi discepoli a seguire Gesù. Questo comportamento ha tanto da insegnare. Dobbiamo prendere conoscenza di noi: non siamo i profeti; la distanza tra la grandezza di Dio e l’uomo è incolmabile.
È, quindi, un mistero il Natale che ha annullato questa distanza: Dio si è fatto uno di noi ed è entrato nella
storia per cambiarla.
Questo cambiamento si realizza nel cuore di chi accetta la venuta di Gesù. Come Giovanni, insieme ai nostri limiti dobbiamo riscoprire la nostra grandezza, dovuta all’amore gratuito di Dio.
Ciascuno di noi è chiamato ad essere “voce di Dio” con la sua vita, il suo esempio in famiglia, a scuola, sul lavoro, nel tempo libero. Ciascuno di noi è invitato a collaborare alla trasformazione del mondo, nella ricerca della giustizia, del dialogo, del perdono.
Chiediamo al Signore di essere testimoni, umili e coraggiosi come Giovanni Battista, in particolare di rivelare l’amore di Dio, e tutto questo nella gioia, come un servizio, pronti a metterci da parte perché il Signore cresca nel cuore di ognuno.
don Alberto