La liturgia vuole celebrare oggi il mistero dell’Incarnazione: il Figlio di Dio, al “sì” di Maria, per opera dello Spirito Santo, prende carne, diventa uno di noi. È il fondamento di tutti gli altri misteri che riguardano la persona di Gesù.
Ora proviamo a soffermarci un momento e riflettere su questo mistero che è alla base della nostra fede.
Due verità risultano evidenti.
La prima è che è un fatto storico ben preciso, non una favola: viene presentato il luogo, il nome della ragazza, la sua situazione familiare. Tutto avviene per opera di Dio: è lo Spirito Santo che rende Maria, Madre di Dio.
È un mistero perché supera le nostre capacità: lo sappiamo perché è il Signore che l’ha rivelato e non riusciremo mai a capirlo pienamente. È un mistero possibile solo perché è Dio. È un mistero fonte di gioia perché il Signore fa sua la nostra esperienza umana, dandole un senso e un valore nuovo.
La seconda verità è che anche questo mistero è un dono che va accolto. Il Signore agisce nella storia, mai da padrone, ma da padre: per realizzare questo mistero chiede il “sì” di una ragazzina di Nazareth, paesino sconosciuto della Galilea.
Dio mantiene sempre questo stile, per nascere dentro di noi, nella nostra libertà, per continuare la sua presenza nel mondo. Chiede il sì di ciascuno di noi, ad essere testimoni del suo amore.
Chiediamo al Signore che ciascuno di noi possa dire, come Maria, “Eccomi”.
don Alberto