Presenti in ogni presepe, ma quasi sconosciuti…
Vorrei partire in questa breve presentazione dall’arrivo nella città di Milano delle loro spoglie, dopo essere state ritrovate, all’inizio del IV secolo, a Gerusalemme da Sant’Elena, madre dell’Imperatore Costantino, trasportate a Costantinopoli e poi donate a Eustorgio vescovo di Milano, dall’imperatore d’Oriente Costante. Eustorgio, le fece trasportare a Milano in un’arca di marmo. All’altezza di Porta Ticinese, la leggenda racconta che l’arca divenne improvvisamente così pesante da non poter più essere rimossa. Eustorgio, scorgendo in ciò un disegno della Provvidenza, ordinò che sul posto venisse eretta la “Basilica dei Magi”, oggi conosciuta come “Basilica di Sant’Eustorgio”, il cui campanile ha sulla sommità una stella ad otto punte al posto della croce, simbolo dei magi. Qui vennero custodite le loro reliquie in un sarcofago ancora oggi visibile, sul cui coperchio sono scolpite una stella e la scritta settecentesca “Sepulcrum trium Magorum”. L’imperatore Federico Barbarossa volendo punire Milano per “l’oltraggiosa” indipendenza, dopo avere raso al suolo la città, ordinò che le fosse sottratto il suo incomparabile tesoro, più prezioso di tutto l’oro e gioielli: i corpi santi dei Magi. E per Milano questa risultò essere l’offesa più grande e umiliante. Nel 1164 le loro spoglie vennero quindi trasferite in Germania, e ora sono custodite nel Duomo di Colonia. Nel 1904 grazie all’intervento del Cardinal Ferrari, vennero restituite alcune parti delle reliquie che sono conservate oggi in una teca sopra l’altare dei Magi nel transetto destro della basilica. Non sappiamo se i sapienti, astrologi o sacerdoti arrivati da lontano, in realtà fossero solo tre, se fossero Re, e nemmeno conosciamo i loro nomi, i vangeli non ne parlano. È però certo il fatto che siano esistiti. Il termine “Magi” viene usato dallo storico greco Erodoto 500 anni prima di Cristo, per descrivere una delle sei tribù dei Medi, una casta sacerdotale della religione mazdea stanziate nell’odierno Iran centrale. Secondo attestate fonti storiche si dedicavano all’astronomia e all’interpretazione dei sogni. Come poteva Matteo povero pubblicano, scrivendo l’unico vangelo dove si parla di loro in 12 versetti, descrivere con precisione i particolari dei magi sacerdoti mazdei, secondo i quali, nella loro tradizione si parla di un “soccorritore” nato da una vergine ed annunziato da una stella, destinato a salvare il mondo? Cosa significano allora oggi per noi queste figure?
«Questi ´sapienti´ rappresentano la dinamica dell’andare al di la di sé – intrinseca alle religioni – una dinamica che è ricerca del vero Dio e quindi anche filosofia nel senso originario della parola… Essi rappresentano il cammino delle religioni verso Cristo…Questi uomini sono dei precursori, dei ricercatori della verità, che riguardano tutti i tempi!» (Benedetto XVI)
Fabrizio Zo