Omelia di fine anno – 31 dicembre 2023

“Il tempo passa e il suo scorrere inesorabile ci induce a volgere lo sguardo con intima riconoscenza a Colui che è eterno, il Signore del tempo”.

Nel contesto della Messa di ringraziamento a fine anno – consapevoli che il tempo è dono ricevuto e chiede di essere fatto fruttificare – senza pretese di giudizi, che sarebbero per me prematuri, desidero ringraziare per la vivacità e l’operosità che caratterizzano la città di Desio.

  1. Leggere il tempo presente
    Consapevoli che c’è tanto bene, è innegabile riconoscere che una delle caratteristiche prevalenti dell’oggi è cercare di screditare gli altri.
    Spesso il discredito passa attraverso giudizi affrettati, rivendicazioni banali e incapacità di imparare dalla lezione della storia. Anche nelle relazioni sociali, nei rapporti tra forze politiche locali, regionali e nazionali, a prevalere è la conflittualità a discapito della ricerca del bene della città o della nazione. Molto spesso questo “clima politico” scoraggia uomini e donne, animati da vero senso di responsabilità, ad assumersi incarichi amministrativi e di governo della città.
    Allo stesso modo una burocrazia, alquanto esasperante ed elaborata, scoraggia uomini e donne ad assumersi impegni dove è richiesta paziente attitudine alla mediazione, coniugata però al raggiungimento di obiettivi concreti, come è tipico della operosità brianzola.
    Se questi approcci però non sono per il bene della città, gli equilibri tra forze politiche, necessari e costruttivi, rischiano di diventare fine a se stessi e non bene per tutti.
    Ne viene un suggerimento concreto ed è l’invito ad avere fiducia gli uni negli altri, ad affrontare ogni scelta sociale, politica ed ecclesiale in una sana dialettica e nel dialogo costruttivo, senza forme pregiudiziali ed evitando giudizi caratterizzati dal discredito dell’altro, fosse anche un avversario politico.
    Con il Vescovo Mario mi chiedo: «Ci saranno ancora uomini e donne, a Milano, a Desio, che si fanno avanti per seminare fiducia? Ci saranno ancora uomini e donne che meritano di essere ascoltati perché onesti, sinceri, dediti al bene comune, affidabili nelle parole che dicono, trasparenti nel loro operare, virtuosi senza esibizionismi, costanti senza testardaggine, pronti alle responsabilità senza arrivismi?
    Ci saranno ancora uomini e donne pronti a riconoscere che la città avrà un futuro se avrà abitanti, se avrà bambini, se custodirà e favorirà rapporti di buon vicinato e di corresponsabilità?»

Con riconoscenza dico grazie e con voi rendo grazie per chi già opera così in città, come seminatore di fiducia nell’amministrazione della cosa pubblica, nelle Associazioni di volontariato, nell’attenzione ai poveri, nell’impegno educativo e nella vita ordinaria della Comunità cristiana.

  1. Scelte prioritarie
    Non mi è possibile offrire indicazioni troppo precise perché per me è prematuro ma, anzitutto, riconosco e incoraggio le molte realtà associative presenti in città, che denotano una grande vitalità.
    È innegabile che molto è cambiato anche a Desio, ma quella sana concretezza della città si vede ancora.
    Mi permetto, quasi come un indice, di offrire alcune attenzioni prioritarie:

● Praticare la fiducia nelle relazioni interpersonali perché, a fronte di tante potenzialità, si rischia di essere meno incisivi perché prevale la frammentazione. Praticare la fiducia nelle relazioni tra Amministrazione comunale, Associazioni di volontariato e di categoria, Fondazioni e Comunità pastorale, è arrivare, pur nel rispetto di ogni identità, a mettere in campo sinergie per una città inclusiva e più abitabile.

● Praticare la fiducia nelle responsabilità educative, perché la nostra città è un punto di riferimento per il territorio, tenendo conto dei tanti giovani che ogni giorno arrivano per frequentare le nostre scuole. E praticare la fiducia, in questo campo, è individuare forme di dialogo tra le varie agenzie educative, perché non prevalga la propria visione a prescindere dalla realtà, ma dentro la realtà. In questo anche i nostri Oratori sono chiamati ad aprirsi alla città, a mettersi in rete e ripensarsi nella loro distribuzione territoriale.

● Praticare la fiducia nelle relazioni interculturali e interreligiose è una terza priorità ed è già caratteristica della nostra città. Nella prossima settimana daremo vita, come Comunità pastorale, confessioni cristiane, Centro culturale islamico e l’associazione “Desio città aperta”, ad una Marcia della pace, dove ribadire “la condanna di ogni atrocità, ogni forma di violenza, terrorismo e guerra. Vogliamo mostrare come la pace si costruisce ogni giorno tra noi, scegliendo l’unione, l’amicizia e la gentilezza” (cfr. messaggio di auguri dei fratelli pakistani alla Comunità cattolica di Desio in occasione del Natale).
● Praticare la fiducia nella gestione del territorio è scegliere di ripensare l’uso di alcune strutture, sia pubbliche che private, anche delle Parrocchie, in stato di abbandono e di deperimento, perché dipende anche da noi il volto della città futura, dalle nostre scelte coraggiose e dall’assunzione delle necessarie responsabilità.
Alcune di queste decisioni sono da attivare, altre necessitano di reperimento di fondi, altre ancora sono da pensare. E’ indispensabile non rimandare i tempi, perché il bene della città non è immobilismo, ma investimento senza ammiccamenti a personaggi interessati soprattutto al proprio guadagno e non al bene della città.

Nell’augurare a tutti un Buon Anno, sottolineo che queste riflessioni nascono da una certezza, cioè la confidenza totale in Dio che benedice l’operato buono dell’uomo.
Con la citazione di Manzoniana memoria, lavoriamo con fiducia insieme, perché “La c’è la Provvidenza!” ed è guida della storia.
don Mauro