Il pensiero della settimana – I Domenica di Quaresima

La Quaresima, che inizia oggi, è il tempo liturgico di verifica e di conversione di cui non siamo noi i protagonisti, sempre così deboli, ma Dio che vuole rivivere la Pasqua in noi.

Il brano di Vangelo ci porta nel deserto, presentato dalla Bibbia come il luogo in cui l’uomo riscopre la sua totale dipendenza da Dio e riesce ad ascoltare, fuori dal frastuono, la Parola del Signore. È la Parola su cui dobbiamo fondare la nostra vita: per ben quattro volte il Vangelo di oggi riporta la frase “sta scritto“, come qualcosa che non può essere messa in discussione. Ora, perché questa Parola non risulti vana, dobbiamo fare un po’ di silenzio nelle nostre occupazioni e preoccupazioni perché è la Parola più importante, ma anche la più delicata.

Gioele, nella 1a lettura, ci mette in guardia contro una malattia facile nella religione, il formalismo. Cioè fare dei gesti che non hanno riscontro nella vita.

L’ascolto della Parola ci deve portare a vincere, come Gesù, le tentazioni facili del potere, del sentirsi importanti, dello star bene… per una vita impostata alla donazione. L’imposizione delle ceneri, ad esempio, non deve essere un gesto formale, ma un riconoscere che siamo un pugno di polvere, ma nello stesso tempo chiamati per amore a essere immagine viva di Dio nel mondo.

Il magro e il digiuno non siano solo un cambiare il menù a tavola, ma un segno di capacità di rinuncia fatto per chi non ha nulla.

Buona Quaresima

don Alberto