LA MADONNA COL BAMBINO DEL MANTEGNA
Abbiamo visitato la Casa-Museo Poldi Pezzoli, in pieno centro di Milano, che nelle sue sale ha mantenuto il fascino di una dimora ottocentesca e che conserva inestimabili opere d’arte
Una mamma che culla dolcemente il proprio figlio, che lo abbraccia, lo avvolge come da proteggerlo da tutto e da tutti. Con le sue mani lo accarezza, ne cerca il contatto così intimo e profondo che solo una madre può avere con la sua creatura. Siamo di fronte a uno dei capolavori della pittura del Rinascimento, realizzato alla fine del 1400 da Andrea Mantegna e conservata nel bellissimo Museo Poldi Pezzoli.
Il dipinto emana una profonda carica umana, non si puo’ che rimanerne incantati e quasi percepire i respiri di quella mamma e di quel bimbo, con la testa dell’una appoggiata all’altro, i cuori di entrambi che battono all’unisono.
Il soggetto, con quel Gesù appena nato, rimanda subito al Natale, alla grotta di Betlemme. Ma c’è di più: il sonno del bimbo evoca il futuro sacrificio del Cristo
e la bianca veste che ne fascia il busto e le braccia ricorda il velo della Sindone in cui Gesù sarà avvolto prima di essere deposto nel sepolcro.
Maria sembra meditare tutto ciò nel suo cuore, il suo sguardo tutto interiore, la sua espressione pensosa, il suo stringersi teneramente al figlio con quel gesto di tenergli la testolina con le dita.
Mantegna qui ci mostra una mamma sorpresa nei suoi pensieri più intimi e profondi: sembra già essere la madre del Golgota, una Pietà sotto la croce, rimandando a un altro straordinario capolavoro del maestro padovano che è il Cristo morto, conservato al museo di Brera.
Per questo Maria abbraccia, con tutta se stessa, il figlio, avvolgendolo col suo
manto, come una cappa protettiva.
E noi, commossi e ammirati da questa scena, non ne siamo estranei, ma ci sentiamo allo stesso modo figli amati: in quell’abbraccio ci sentiamo coccolati e a
lei e al suo Figlio affidiamo le nostre piccole vite, i dubbi e le fragilità del nostro
quotidiano. Nel nostro cuore scenderà il balsamo di una profonda pace.
Vito Bellofatto (tratto da Madonne Ambrosiane di Luca Frigeri