L’amore disseta il nostro cuore

SECONDA SETTIMANA DI QUARESIMA

GESÙ E LA SAMARITANA AL POZZO

Un uomo e una donna si incontrano, soli, ad un pozzo, accomunati dalla sete. Il pozzo, nella Scrittura, non è un oggetto come un altro e non è neppure soltanto un luogo tra tanti che appartengono alla vita quotidiana. In un mondo in cui nessuno può permettersi di avere in casa l’acqua corrente, la presenza del pozzo è di vitale importanza per la sopravvivenza del villaggio e diventa inevitabilmente un centro di incontro e di scambio importante. Senza acqua non si può vivere, così come non si può vivere soli: il pozzo, perciò, luogo di accesso all’acqua che rende vivibile la vita, diventa facilmente il simbolo delle relazioni fondamentali, senza le quali la vita non ha senso, si inaridisce e muore. Se Gesù siede al pozzo ed ha sete, allora, non è soltanto perché il sole splende a picco sul suo capo, nell’ora più calda del giorno. Egli non può togliersi la sete da solo, perché non ha nulla per attingere l’acqua, oppure perché attende qualcuno, che possa, con la sua presenza, alleviare la sua sete di amore, di relazione? E, in effetti, la donna che lo incontra, loro due soli, all’inizio fraintende e pensa che questo straniero le stia facendo delle avances.

Anche lei dopo tutto, è molto assetata d’amore! Non per niente è venuta al pozzo con una brocca vuota. Sperava, però, di non incontrare nessuno, per questo aveva
scelto l’ora più calda del giorno, quando gli altri abitanti del villaggio si rintanano in casa, al riparo dal caldo e dalla tentazione del pettegolezzo che, inevitabilmente, suscita una donna che, dopo il quinto marito, continua ancora ad avere sete. La brocca, in effetti, rappresenta la sua ricerca, la sua sete che mai si estingue. Dopo aver incontrato Gesù, però, dimentica la brocca e corre addirittura a dissetare i suoi compaesani. Che cosa è cambiato? Solo l’amore sperimentato trasforma: nel momento in cui Gesù rivela alla donna i suoi peccati, la donna non si sente umiliata, ma liberata, poiché si tratta di una rivelazione che viene dall’amore ed è offerta con amore, senza giudizio. Dio conosce bene il nostro cuore e ci aspetta al pozzo della Parola per farci grazia, per incontrarci secondo quel linguaggio d’amore che è il più congeniale per ognuno di noi. Ogni volta che questo contatto si rinnova, diventiamo più capaci di amare e di lasciarci amare dalle persone che ci stanno accanto. Ed è proprio questo il frutto più bello che possiamo chiedere e desiderare, nel cammino penitenziale che ci porta a grandi passi verso la Pasqua.