L’Anno liturgico è un lungo cammino in cui riviviamo il mistero della salvezza, quanto Dio ha fatto a continua a fare per noi, in Gesù Cristo, mediante la sua Chiesa.
In questo cammino la Pentecoste è certamente una tappa fondamentale. Se non ci fosse lo Spirito Santo, la Chiesa sarebbe un organismo destinato a perire per il peccato delle sue membra: se dopo 2000 anni la Chiesa è viva, è perché lo Spirito Santo è in essa.
Le fiammelle richiamano la luce e noi abbiamo bisogno tutti a sempre di questa luce. Un dono da chiedere continuamente è quello del discernimento, della luce dello Spirito per la nostra vita personale e per le grandi scelte che la nostra società è chiamata a compiere.
Un secondo dono da chiedere è la forza, rappresentata dal “vento gagliardo”: non basta sapere, capire, ma bisogna attuare il disegno di Dio.
Gli apostoli hanno dovuto affrontare un mondo a loro ostile o indifferente. Anche oggi i cristiani vivono un momento storico delicato sia perché si avvicinano ad essere minoranza sia per la presenza sempre più massiccia di altre religioni o forme di pensiero che tendono ad annullare la vera fede.
La Pentecoste ci ricorda che la forza del Cristianesimo non sta nel numero ma nella presenza dello Spirito Santo. Il terzo dono da chiedere è sicuramente quello dell’unità. Nel brano degli Atti vengono ricordati ben 16 paesi diversi per razza e cultura che capiscono l’annuncio degli Apostoli.
Gesù ha voluto l’unità come segno distintivo della sua Chiesa. È un dono da chiedere ed accogliere continuamente.
don Alberto