In data 5 maggio 2024, in occasione della Visita Pastorale alla comunità di Desio,l’Arcivescovo Mario Delpini ha incontrato il CPCP e il CAE uscenti.
Dopo aver ascoltatola relazione fatta dal CPCP, il Vescovo ha risposto ad alcune domande che gli sono state sottoposte riguardanti il cammino comunitario, la difficoltà di coinvolgere adulti,giovani e ragazzi in proposte di cammino e di preghiera considerato anche il sempre minore numero di preti e laici che si dedicano a ciò, e infine, sul mantenimento e sul destino di alcune strutture cittadine.
Relativamente ai cammini di fede e alla difficoltà di coinvolgimento di giovani e laici,il Vescovo si è soffermato sulla qualità del nostro essere cristiani e sulle modalità di trasmissione della fede: Siamo “popolo di credenti”, dobbiamo essere umili e fiduciosi lasciandoci ispirare dalla Resurrezione di Cristo. È importante COME viviamo ciò che facciamo ovvero con gioia e speranza senza essere vittime della storia ma protagonisti.La comunità può essere attraente se c’è chi è lieto e gioioso.
La vita delle famiglie è una vita dura dovuta anche ad un’ossessività nel non voler far mancare nulla ai figli che vengono riempiti di cose da fare. Le famiglie sono anche un po’ smarrite, angosciate, stanche. Le famiglie credenti, che hanno raggiunto un equilibrio devono essere stimolate a fare loro stesse una pastorale familiare e creare luoghi di riposo, condivisione e serenità.
Il senso religioso è un’attrattiva. Noi dobbiamo fare sì che questa attrattiva venga percepita. Le domande sul senso della vita sono più forti in certi momenti e la comunità cristiana deve essere più presente proprio allora.Auspica che apostoli dei giovani siano i giovani. La PG devono farla i giovani, non necessariamente preti. Spera in una responsabilità dei ragazzi verso i coetanei.
Alla domanda circa il destino di tante strutture della nostra città il Vescovo ha evidenziato come queste siano oggi sovradimensionate rispetto alle necessità. Bisognerà mantenere bene quelle che servono e cercare di alienare quelle non utili.
Flavia Chillè