Domenica scorsa siamo stati invitati a riflettere sul mistero del peccato, del rifiuto della salvezza. Questa domenica ci presenta Abramo, il capostipite del Popolo eletto e ce lo presenta come modello di uomo di fede.
Fede che è anche il tema del Vangelo in cui Gesù si presenta come la luce del mondo che si può accogliere o rifiutare. Sappiamo che questo è uno dei temi ricorrenti nel Vangelo di Giovanni: già all’inizio, nel Prologo, Gesù viene presentato come “luce che brilla nelle tenebre e le tenebre non l’hanno accolto”.
Anche in questo brano è ribadita l’immagine di Gesù luce nel mondo e le diverse reazioni.
C’è chi lo rifiuta, non vuol neppure vedere le continue prove della sua Persona.
C’è chi lo accetta, ma non si espone, non vuole la scomunica della Sinagoga.
C’è chi crede e questo è dono dello Spirito.
Sono situazioni che si ripetono anche oggi, magari nelle stessa persona che, di volta in volta, lo rifiuta, o apertamente negandone la divinità, riducendolo a un predicatore della pace, della fraternità universale o concretamente: credo ma ho una mia morale, dei miei valori. La fede è qualcosa di intimo che non sconvolge la nostra vita, che non ha molto da dire alla vita sociale, politica. Ma ci sono tanti che credono in Dio e testimoniano la loro fede.
Dovremmo esaminarci e vedere quali sono gli atteggiamenti che più ricorrono nella nostra vita. Dobbiamo sempre ricordarci che la fede è un dono da chiedere nella preghiera, da accogliere nel cuore e da testimoniare nella vita.
“Signore aumenta la nostra fede!”
don Alberto