A stupire è … la speranza

Nella notte di Natale di quest’anno inizierà l’Anno Santo.

Ogni 25 anni, la Chiesa ci ricorda un dono particolare, offerto da Dio, ad ogni persona: il perdono. Il tema di questo Anno Santo è presentato con una frase della lettera di San Paolo apostolo ai Romani: “ la speranza non delude” (Rom. 5).

È concreta la speranza, oppure è un’illusione per risolvere interrogativi ineludibili, ma altrettanto irrisolvibili?

Charles Péguy, un autore francese che ha lasciato pagine straordinarie al riguardo, scrive che:

“Per sperare, bambina mia, bisogna aver ricevuto una grande grazia”.

E il nostro concittadino don Luigi Giussani ci ricorda che “La speranza è una certezza nel futuro in forza di una realtà presente”.

Ogni nostra giornata, per essere affrontata e non subita, non può che essere mossa da una speranza.

Quale speranza ci muove? Quali attese sostengono il nostro agire quotidiano?

Sia Péguy che don Giussani ci indicano che all’origine della speranza c’è un fatto che non delude ed è l’amore di Dio che si fa realtà in Cristo Gesù, nella sua presenza oggi nella storia.

San Paolo, sempre nella lettera ai romani, scrive: “La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è stato dato (Rom. 5, 1-2.5).

In altre parole, le ragioni della speranza sono inscindibili dalla fede, che opera nei gesti di carità concreta.

Scrive un autore:

La speranza dona alla nostra povera vita una prospettiva infinita, eterna…. La speranza ci introduce nella dimora, nella dimensione eterna, infinita di Dio”.

La roccia, da cui sgorga la nostra speranza quotidiana, è il Crocifisso Risorto.