Per vivere l’esperienza della preghiera, come abbiamo visto nell’articolo di domenica scorsa, non si tratta anzitutto di imparare delle tecniche, ma di “destare il cuore”.
Se la preghiera è, come afferma Fra Roberto Pasolini nel libro “Iniziazione alla preghiera”, l’incontro delicato e intimo tra la voce della nostra anima e il cuore misericordioso di Dio, è necessario desiderare e preparare tale incontro.
Per questo motivo, diventa indispensabile decidere un tempo sufficientemente ampio per avviare e sperimentare il dialogo d’amore.
Spesso i ritmi delle nostre giornate sono impegnativi, le scadenze e gli impegni da ottemperare sembrano non permettere questo “stacco” per dialogare con Dio.
Eppure, una scelta di questo tipo fa bene perché, nutrendo il nostro cuore nel dialogo “d’amore”, possiamo tornare ad affrontare gli stessi impegni con animo pacificato e rapportarci a noi stessi e agli altri con un cuore maggiormente disposto ad ascoltare, comprendere, annunciare ciò che è fondamentale per vivere.
Scegliere di pregare, perciò, chiede di definire, nei limiti del possibile, quando dedicarsi all’incontro con il Signore.
Per alcuni, è più facile il raccoglimento il mattino presto, mentre per altri la sera tardi, dopo aver vissuto le varie occupazioni quotidiane. Sta a ciascuno di noi individuare il tempo favorevole lungo l’arco della giornata, ma si tratta comunque di una scelta.
Leggendo e meditando il Vangelo, ci accorgiamo che Gesù, pur nel ritmo vorticoso delle sue giornate, preferiva il mattino presto. Nel Vangelo di Marco si trova scritto:
“Al mattino presto si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirava in un luogo deserto e là pregava” (Marco 1, 35).
Accanto al tempo, è importante individuare anche un luogo adatto per la preghiera.
Pregare in casa è possibile ma, soprattutto per chi abita con altri della famiglia, è utile individuare un luogo dove le distrazioni siano ridotte al minimo, meglio se preparato con una Bibbia, un’icona, o un crocifisso.
A volte, per gli sposi, è favorevole pregare nella propria camera e insieme, con l’aiuto di un brano del Vangelo o con altre forme di preghiera.
Consapevole che non sempre è possibile, quando si è all’inizio di un itinerario di preghiera, non va trascurata la scelta della Chiesa vicina alla nostra casa o al luogo di lavoro oppure, durante le vacanze, un luogo particolarmente silenzioso nel contesto della natura.
Elia, il profeta, è proprio nel deserto che fa esperienza della presenza di Dio.
Suggerisco, allora, di pregare ascoltando l’esperienza di Elia:
Gli fu detto: “Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore”. Ecco, il Signore passò.
Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero.Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.
Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: “Che fai qui, Elia?” ( 1Re 19, 11-13)