La prima domenica dopo la Dedicazione del Duomo ha al centro il brano di Vangelo che solitamente ascoltiamo nel giorno dell’Ascensione, con il comando di Gesù: andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura. Per questo motivo il Lezionario ambrosiano definisce questa come la domenica del mandato missionario. Se leggiamo in quest’ottica i brani della liturgia, troviamo molte indicazioni sulla missionarietà che è una caratteristica della Chiesa (la quale o è missionaria, o non è la Chiesa di Gesù Cristo).
Cosa dobbiamo e possiamo annunziare noi? Il Vangelo, la bella notizia, Gesù risorto. Filippo, guidato dallo Spirito Santo, incontra un uomo che sta leggendo il libro di Isaia, gli chiede se capisce il testo e alla richiesta dell’Eunuco, l’aiuta a capire che in quelle pagine si parla di Gesù. Anche noi dovremmo camminare così, vicino agli uomini, e non ergerci in cattedra. Dobbiamo partire dalla vita concreta di chi avviciniamo ed aiutarli a scoprire che tutte le attese, gli interrogativi, trovano una risposta in Gesù, così da suscitare in loro il desiderio dei Sacramenti. Nell’annuncio dobbiamo ricordare che non siamo noi i protagonisti dei fatti: è lo Spirito Santo che conduce Filippo, che aiuta l’Eunuco a capire, che a Pentecoste darà la forza agli Apostoli di attuare il comando di Gesù, che permetterà loro di accompagnare l’annuncio con i segni miracolosi. Chiediamo l’azione dello Spirito Spirito su ciascuno di noi, perché ci ricordi il nostro impegno ad essere missionari e ci dia la forza per metterlo in atto. Quest’oggi lo vogliamo invocare soprattutto sui ragazzi che hanno recentemente ricevuto la S. Cresima.