Come gesto di carità del cammino di Avvento, la Comunità Pastorale ha deciso di sostenere un’opera di padre Damiano Puccini e dei volontari di Oui pour la Vie in Libano: la cucina di Damour.
Una iniziativa che va incontro ai bisogni concreti di quel popolo e che è un tangibile segno di speranza.
In questo momento drammatico per tutto il Medio Oriente, con il conflitto in corso tra Israele e Hamas, il Libano, seppur a rischio collasso dal punto di vista economico, continua ad essere messaggio di fratellanza e di fede, come lo definì San Giovanni Paolo II.
La terra dei cedri è da sempre anche terra di rifugiati: avendo una forma di governo repubblicana, vi hanno cercato scampo tanto i perseguitati cristiani, quanto quelli musulmani.
È abitato da persone appartenenti a 18 confessioni religiose diverse, riconosciute ufficialmente dallo Stato.
«Nonostante la guerra in Siria che dura da 12 anni e la situazione tra Israele e Hamas, il Libano resta un modello di convivenza – dice padre Puccini – con Oui pour la vie operiamo per la riconciliazione al di là delle cose brutte accadute e che accadono, mettendo al centro gli ultimi. Stiamo nella realtà con il cuore. Lavoriamo per creare un gruppo che si prenda cura della comunità». In una situazione comunque complessa, con l’economia messa in ginocchio dalla peggiore crisi finanziaria degli ultimi 150 anni di storia del Paese e una popolazione estremamente impoverita, l’associazione Oui pour la Vie continua la sua attività con la cucina di Damour, oltre che con altre iniziative. Damour è il capoluogo dello Chouf, a metà strada tra Beirut e Sidone.
Spiega padre Damiano: «Ci troviamo a 15 chilometri da zone bombardate in direzione nord e sud. La nostra cucina fin dalla sua apertura è prima di tutto un luogo di relazione tra poveri di ogni appartenenza e provenienza. È un ambito in cui si rende visibile, attraverso l’amicizia tra volontari e utenti, una prospettiva di accettazione reciproca e di cammino verso il perdono. I volontari cristiani di Oui pour la Vie, associazione libanese legalmente riconosciuta, hanno promesso alla Madonna di continuare a rinunciare fino ad un terzo delle loro risorse, nonostante il grande impoverimento del Paese, per rispondere ai bisogni delle persone che arrivano da noi: libanesi, palestinesi, siriani, sfollati che fuggono da zone bombardate. Hanno anche promesso di attuare questo impegno attraverso lo sguardo dalla croce di Gesù, che considera tutti fratelli, affidati a sua Madre, la Vergine Maria. E i volontari musulmani di Oui pour la Vie ci accompagnano nell’esecuzione di queste attività».
don Marco Villa